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A Napoli c'è la camorra, ma Gomorra non è Napoli

Non ho mai letto il libro di Saviano, Gomorra, e c'è una ragione. Nel momento in cui fu pubblicato io mi occupavo, da cronista de Il Mattino, di cronaca nera. Mi occupavo con la collega Rosaria Capacchione, della redazione di Caserta, di omicidi che avvenivano ogni giorno da una capo all'altro della provincia, di vendette, di estorsioni compiute dal clan dei Casalesi (che è cosa ben diversa dei Casalesi perbene che con tutto questo non hanno mai avuto nulla a che vedere), di ogni sorta di sopruso e violenza. "Occuparsi" di queste cose da cronista (non solo del Clan dei Casalesi ma anche di tutti gli altri che impervesavano sul territorio) significa andare sul posto, vedere le persone crivellate di colpi, parlare con poliziotti e carabinieri ma anche con camorristi e delinquenti di ogni tipo. Era il mio lavoro ed ho sempre provato a farlo con una regola fondamentale: rispettare sempre e comunque, anche nelle situazioni più crude, le persone e i loro diritti. La dignità delle vittime ma anche quella dei carnefici a cui non abbiamo mai fatto sconti nel raccontare le loro nefandezze, ma non abbiamo mai nemmeno attribuito cose non vere, se quelle cose non le avevano compiute. Un cronista descrive ciò che accade, non esprime giudizi, non condisce con la fantasia una realtà che, del resto, non ne ha bisogno. Deve in poche parole mettere il lettore in condizione di conoscere i fatti, poi il lettore si fa la sua idea ed è in grado così di esprimere il suo giudizio.
Questa premessa mi aiuta a spiegare perchè non ho mai letto Gomorra: perchè nel tempo libero avevo bisogno di disintossicarmi da tanto "male" e leggevo favole e fumetti. Evidentemente sentivo la necessità di nutrire così la mia fantasia.
Quindi non ho mai letto Gomorra (e non me ne pento) e ho mai visto l'omonima serie. Fino a ieri, quando in un momento di noia da zapping, ho provato a vedere la "Stagione finale". Ho resistito solo un episodio e mezzo. Perchè? Ma perchè quella che viene raccontata non è Napoli anche se le immagini sono di Napoli. Innanzitutto non è Napoli un posto dove non c'è mai il sole, dove non si vede quasi mai il mare, dove tutti i protagonisti sono eternamente incazzati (cattivi ma anche buoni, quei pochi che ci sono), dove non c'è mai uno che si prende un caffè e abbozza un sorriso, che viene inquadrato mentre mangia una pizza. No, nero nero, tutto nero, fuori e dentro. Questa non è Napoli è Gotham City che però è una città dichiaratamente immaginaria. Ma Napoli è un'altra cosa chi la conosce lo sa. E chi la ama lo sa di più. Per chi non la conosce forse sarebbe opportuno che sotto ogni scena di Gomorra ci fosse sempre un "sottopancia" con la scritta a caratteri cubitali "Si avverte che a Napoli c'è la camorra ma questa non è Napoli".