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Come riapre la scuola? Fate a piacere vostro...

Il ministero dell'istruzione ha fatto trapelare le prime "linee guida" sulla ripresa dell'anno scolastico a settembre. Volendo sintetizzare (ed è necessario perchè il lessico adoperato è burocratese e quindi non facilmente comprensibile) si dovranno fare dei turni smembrando le classi in gruppetti, si va a scuola anche di sabato per consentire più giorni ai turni, una parte delle lezioni vengono fatte da casa, i presidi hanno piena autonomia di articolare le lezioni secondo le loro esigenze. I presidi, a cui praticamente è stato lasciato il cerino in mano, hanno risposto immediatamente: il Piano scuola "non contiene indicazioni operative né definisce livelli minimi di servizio ma si limita ad elencare le possibilità offerte dalla legge sull'autonomia, senza assegnare ulteriori risorse e senza attribuire ai dirigenti la dovuta libertà gestionale".

Inoltre il "piano scuola" non fa alcun cenno alle Università che, in verità, non avendo questo grande sovraffollamento, e in genere strutture molto più ampie, avrebbero potuto riaprire da subito, magari insieme ai barbieri e ai parrucchieri, senza nulla togliere a queste due ultime professioni che si svolgono in spazi molto più angusti degli Atenei. Siamo alle solite, per la scuola vale sempre la stessa regola: "arrangiatevi voi". Eppure ascoltate, nel video sotto, cosa aveva detto il premier solo venti giorni fa: "Le scuole sicuramente apriranno a settembre in modalità normale". Già la normalità. E' un concetto di relazione, ognuno lo coniuga con il punto di riferimento che gli è più congeniale.


Poi se siete masochisti provate a capire quello che ho provato a tradurvi in poche parole dal testo autentico del Ministero dell'Istruzione. Ecco cosa devono fare i presidi (poverini)

– una riconfigurazione del gruppo classe in più gruppi di apprendimento

– l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso

– una frequenza scolastica in turni differenziati, anche variando l’applicazione delle soluzioni in relazione alle fasce di età degli alunni e degli studenti nei diversi gradi scolastici; 

– per le scuole secondarie di II grado, una fruizione per gli studenti, opportunamente pianificata, di attività didattica in presenza e didattica digitale integrata, ove le opportunità tecnologiche, l’età e le competenze degli studenti lo consentano; 

– l’aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari, ove non già previsto dalle recenti innovazioni ordinamentali; 

– l’estensione del tempo scuola settimanale alla giornata del sabato, ove non già prevista, su delibera degli Organi collegiali competenti.’