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Covid, il rischio non è la movida ma la circolazione senza regole

Attualmente l'allarme che rimbalza su tutti i media e scuote l'opinione pubblica è relativo alla movida e all'affollamento dei giovani nei locali notturni. Preoccupazione giusta ma, a mio parere il rischio maggiore è quello che deriva da una ripresa della libera circolazione tra Regioni. E, su larga scala, tra Stati diversi.
Il Coronavirus, attualmente, si mostra, per fortuna, molto depotenziato nella sua aggressività e nella sua capacità di propagarsi da Roma in giù. In Italia il 70% dei nuovi contagi è in Lombardia e solo in questa regione e nel vicino Piemonte c'è ancora un consistente numero di pazienti ricoverati ed intubati.
Non so perchè  al Sud il virus è stato meno aggressivo o addirittura, dopo un contagio grave, avvenuto sempre con un paziente proveniente dal Nord, il virus si è indebolito velocemente ed ha contagiato pochissime persone rispetto al Nord Italia. Ma in ogni caso la situazione è questa. E, ovviamente, nel prenderne obiettivamente atto non c'è alcun giudizio morale o discriminatorio nei confronti di talune regioni del Nord. Detto questo la cosa più importante da fare è continuare ad evitare che chi ha contratto al Nord la forma più aggressiva del Coronavirus la porti nel resto d'Italia. E, su scala internazionale, evitare che persone provenienti da Paesi ancora in piena emergenza vengano in Italia. Il principio è quello dei vasi comunicanti e, siccome in questo caso si comunica una malattia mortale e distruttiva per la nostra economia, bisogna contrastarla creando tanti piccoli "compartimenti stagni". E' un sacrificio enorme, significa andare contro natura e privare della libertà tante persone ma è un sacrificio necessario. Solo così, in breve tempo, si potrà abbassare ovunque il contagio. Altrimenti dovremo di nuovo tapparci tutti in casa.