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Covid, non ci salverà il calcetto

Ci sono al momento dieci focolai Covid in Italia. Situazioni sotto controllo, forme lievi che non richiedono nemmeno ricovero. In pratica un prevedibile colpo di coda del virus. Per una serie di ragioni che nessuno ci ha saputo spiegare, il Coronavirus ha rallentato moltissimo in Italia, perdendo forza e capacità di contagio. Grazie a Dio. Ovviamente le precauzioni e i comportamenti hanno fatto moltissimo, ma, per fortuna, quando abbiamo allentato mascherine, disinfettanti e colpi di gomito, non è successo il patatrak (io continuo a pensare a San Gennaro a Napoli e ad altri santi sparsi nel Belpaese che ci hanno messo una mano). Purtroppo non è lo stesso nel resto del Mondo (America Latina, Usa, vasti territori dell'Asia sono in piena pandemia). In Cina tremano le Regioni più vicine a Pechino. Anche in Europa ci sono Paesi in cui il contagio resta preoccupante. A questo punto noi che dobbiamo fare? Secondo me chiudere rigidamente i contatti diretti (per turismo e lavoro) con i Paesi ancora ad alto rischio. Lo hanno fatto loro quando eravamo noi al centro del ciclone, ora dobbiamo farlo noi. Non per ritorsione ma per logica esigenza sanitaria. Bisogna attendere che i contagi scendano anche nel resto del Mondo per riaprire tutto. E invece noi che facciamo? Ci accaniamo contro il calcetto, unica attività umana ancora proibita mentre abbiamo ripreso ogni forma di assembramento, ammassamento e strusciamento. Bho, speriamo bene. Nella foto la situazione di oggi in Italia