Chiudere tutto non basta più, tra scandali e violazione delle norme si va verso il caos
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Covid e furbetti istituzionali. La vergogna corre dalla Lombardia alla Sicilia e, per ora, senza far tappa nelle regioni centrali. In Lombardia, anche se la macchina della difesa ad oltranza del mito dell'efficienza si è messa in moto (siamo tanti, più di qualsiasi altra regione, questo è l'epicentro della pandemia), le figuracce sono all'ordine del giorno. Oggi protestano gli ultra 80enni: moltissimi non sono stati ancora vaccinati e non hanno ricevuto nemmeno gli sms di convocazione. Del resto la Lombardia, unica in Italia, ha dovuto ricorrere al portale di Poste Italiane perchè non è stata in grado di mettere a punto, per tempo, un portale che raccoglieva le prenotazioni e dava appuntamento ai vaccinandi. Questa la dice lunga sul caos totale in cui si svolge la campagna per le vaccinazioni in Lombardia. In Sicilia, invece, due funzionari regionali sono finiti ai domiciliari nell'ambito di un'inchiesta giudiziaria: avrebbero "truccato" i dati sulla pandemia locali inviati all'Istituto superiore di sanità. E questo per non far finire la Sicilia in zona rossa.
Entrambi gli episodi dimostrano che ormai il sistema delle restrizioni senza controlli (perchè non è possibile farli) non funziona più. Il caso Sicilia dimostra che non solo i semplici cittadini ricorrono a delle "scappatoie" poco legali, e quello della Lombardia che la pressione economica per evitare le chiusure finisce col compromettere anche la campagna vaccinale. Bisogna cambiare passo.
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