
DIARIO DI VIAGGIO: Aiuto, il wc ostaggio dell'intelligenza artificiale
La stazione ferroviaria è parte integrante del viaggio. E' il luogo in cui si attende il treno, per tradizione. Ma è anche il luogo in cui (mentre giunge il convoglio, oppure tra il cambio tra un treno e l'altro) si cerca un bagno per i propri bisogni fisiologici. E' sempre stato così e i bagni delle stazioni ferroviarie, diciamocela tutta, non hanno mai brillato per pulizia e decoro. Colpa, a dire il vero, più che delle Ferrovie dello Stato dei soliti incivili trogloditi che nei bagni pubblici lasciano ogni sorta di sconcezze (e non mi riferisco ai tradizionali disegnini hot, con tanto di numero di telefono per improbabili incontri galanti che di solito erano i numeri di inconsapevoli conoscenti).
Ma l'epoca dei wc indecenti è finita. Purtroppo, però, è iniziata l'era dei gabinetti governati dall'intelligenza artificiale. Così, se si è “presi”, mentre si attende il treno, da un'impellente esigenza “naturale”, bisogna fare i conti con il sistema di accesso digitale ai gabinetti.
I wc, infatti, sono protetti (come una banca) da porte-vetro scorrevoli automatiche (magari anti proiettili ma di questo non sono certo in quanto, pur essendomi venuto l'impulso, nelle concitate fasi del bisogno, non ho avuto modo di spararci contro). Comunque, accanto alle porte, c'è un computerino digitale con una fessura in cui bisogna inserire 1 euro e digitare se si vuole entrare (per fortuna il prezzo è unico per ogni tipo di bisogno, altrimenti ci chiedevano di descrivere cosa dovevamo fare).
Ora, a parte che pagare una pipì 1 euro non mi sembra un congruo prezzo, il dramma è che il diabolico congegno tanto intelligente non è: riconosce solo una moneta da 1 euro. Per cui se il Povero Cristo che deve andare in bagno non si ritrova la monetina da 1 euro (considerate che nel frattempo rischia di perdere il treno e quindi ha già l'ansia da prestazione) non ci sono ricchezze che tengano. Carte bancomat, carte di credito, monete da 2, banconote da 10,20,50,100, lingotti d'oro (quando uno non ce la fa più è disposto a tutto), niente da fare. Il malcapitato viaggiatore con il mal di pancia resta fuori da Fort Knox. Quindi non mi sono meravigliato più di tanto quando, inserendo la monetina, ho sentito alle mie spalle una voce che diceva: “Per cortesia mi fa entrare in bagno con lei?”. E già, non era un approccio di cattivo stile ma il signore in questione aveva la fronte imperlata di sudore, tremava e sembrava esplodere da un momento all'altro. Gli ho regalato il mio accesso al Paradiso e lui, uscito, voleva a tutti i costi il mio Iban per ricompensarmi nel migliore dei modi.
Io che viaggio spesso, però, ricordando quel viso trasfigurato che elemosinava l'accesso, anche in coppia, al bagno della stazione, ho imparato la lezione. Non esco di casa se non ho una moneta di 1 euro nella cover dello smartphone. E' la mia principale preoccupazione quando viaggio in treno, a volte la notte mi sveglio di soprassalto e vado a verificare se la magica monetina è sempre li, pronta all'uso in caso di bisogno. Non che non mi fidi dell'intelligenza artificiale, ma sono convinto che le necessità umane possono essere comprese solo da chi le ha vissute. Per questo non intendo spiegare ad un tastierino computerizzato la mia condizione, lui, il pc, per quanto intelligente, non potrà mai capire cosa significa non avere accesso al bagno per un essere umano quando è giunto al punto di non ritorno. Quell'euro, per me, è più importante della moneta di Caronte.