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DIARIO DI VIAGGIO: In vacanza in treno con gli armadi di casa

Ferragosto, tempo di esodi anche in treno. Normale trovare i vagoni pieni. Ma non è il numero di persone il problema, bensì la quantità e le dimensioni delle valigie che ciascuno porta. In primo luogo chiamarle valigie non rende l'idea. Sono case. Se le aprite potete ricavarci un soggiorno, due stanze, bagno e cucinotto. A volte temo che possano scoppiare da un momento all'altro, invadere lo scompartimento con migliaia di scarpe, maglioni, mutande, camicie, calzini, stira capelli, phone e finanche stendini per i panni. Già perchè su Trenitalia non c'è limite al numero e alle dimensioni delle valigie. Puoi fare un trasloco ad ogni viaggio, tanto non si paga. E si sa, quando non si paga, ognuno se ne frega degli altri. Chi arriva prima occupa i sedili, il corridoio, il posto altrui prenotato. Ne volete una dimostrazione? Ecco la trascrizione letterale di un dialogo avvenuto sul mio treno quando ho trovato il 13C occupato da un valigione enorme nero, a forma di bara. Di fronte all'evidente "usurpazione" dello spazio a me assegnato decido di procedere con calma, quindi mi fermo in piedi aspettandomi di li a breve una frase del tipo: "Mi scusi è il suo posto? Glielo libero subito..." Invece, nemmeno quando inizio a fissare i tre passeggeri più vicini all'armadio ambulante, mi giunge verbo. Uno ha un cappello calato sul capo e dorme, un'altra è una ragazza che smanetta sullo smartphone, ma noto che sul portabagagli ci sono due valigie fuxia e quindi tendo ad assolverla. La terza è una signora sui 50 anni con occhialini che legge indifferentemente il libro. Ok passo all'azione. Afferro il valigione e faccio finta di spostarlo (finta perchè non ce l'avrei mai fatta a sollevare 150 chili). "Scusi che fa, come si permette?". "Devo dedurre che quella cosa è sua", provo a dire con cortesia..."si dà il caso che non riesco a salirci sopra per sedermi al mio posto...mi vuole aiutare?". "Se lei fosse una persona educata si troverebbe un altro posto...caro signore". Mi risponde la proprietaria dell'armadio a muro. "Purtroppo come vede non ce ne sono...e comunque mi sembra evidente che al posto del suo corredo dovrei sedere io, vede questo è il biglietto..." Esamina il biglietto con sguardo inquisitorio più di una volta e conclude: "Comunque per metterla lì mi ha aiutato mio marito che ora è andato via. Io non ce la faccio a spostarla da sola..." E torna tranquillamente a leggere. A quel punto conto fino a dieci e vado a cercare il controllore. Quando torno il treno sta per giungere alla stazione successiva, quello che vedo ha dell'incredibile. La signora scende dal treno e si trascina l'armadio dietro, come se fosse un fuscello, deve essere la moglie di Hulk. Vabbè, tutto è bene ciò che finisce bene, mi vengono in mente le parole del generale cinese Sun Tzu e il suo mirabile libro "L'Arte della Guerra": "La miglior battaglia vinta è quella che non si combatte". Ma non faccio in tempo ad assaporare la vittoria, al posto, dove prima era la valigia di Polifemo, ora c'è un foglio con una sola parola scritta con il rossetto: "Stronzo". Mi convinco che se Sun Tzu fosse vissuto oggi avrebbe aggiunto qualche altro capitolo al suo leggendario libro...