
Facciamo morire di 'fame' le fake news
Mi sono ritrovato in questi giorni ad associare mentalmente due temi sempre attuali: le fake news e la necessità di digitalizzare il Paese per favorirne lo sviluppo. La fibra ottica e tablet, o terminali a tutti, sono senz'altro un ingrediente fondamentale per una buona ricetta di crescita economica. Ma la velocità, nella comunicazione e nell'informazione, non è la soluzione di tutti i problemi. A tal proposito c'è una regola fondamentale da tener presente: tutto ciò che si comunica velocemente si perde velocemente. Il web è quindi irrinunciabile per trasferire dati e nozioni ma è meno efficace e duraturo della carta stampata per trasferire competenze. Quando leggiamo un libro che ci piace e ci interessa lo ricordiamo per tutta la vita, quando leggiamo un post lo conserviamo nella nostra memoria per due minuti. Detto questo alcuni problemi posti dal web, tipo le fake news, potrebbero essere combattuti educando le nuove generazioni a leggere più giornali. Su un giornale di carta è più difficile scrivere cose completante false e se ciò viene fatto, si può chiedere conto al giornalista, al direttore responsabile e all'editore di quanto pubblicato. Sul web una str...pardon fake news, viene partorita in due secondi e se un esercito di ignavi la condivide senza riflettere, diventa una verità che non si sa bene chi ha generato (in questo caso anche la "mater" della bufala è incerta). Tutto ciò considerato, il Governo, oltre a preoccuparsi giustamente di spendere decine di milioni per digitalizzare il Paese, potrebbe spendere una sciocchezza per rendere la lettura del giornale cartaceo in classe materia obbligatoria. Ciò metterebbe i ragazzi in grado di riconoscere le fake news e di non condividerle come degli idioti. Prive dell'alimento dell'ignoranza le fake morirebbero per fame e anche il web sarebbe più "pulito".