
Recovery fund: decine di miliardi per il digitale ad un apparato burocratico preistorico
I soldi dall'Europa per il recovery fund (che poi sono i nostri soldi che abbiamo versato tra l'altro anche come Paese di prima fascia) arriveranno. E infatti i politici sono impegnati ad azzuffarsi, in maniera dichiarata su come dovranno essere spesi, sottobanco su chi li dovrà spendere.
Del resto il come dovranno essere spesi è già indicato nei progetti presentati dal Governo per ottenere l'accesso al fondo. Quindi la lotta reale (con minaccia di far cadere il governo) è solo su come accaparrarsi qualche fettina di gestione. Detto ciò vediamo qualche aspetto del contenuto dei progetti finanziati. La parola digitale all’interno del documento che raccoglie tutte le proposte ministeriali compare ben 132 volte. Si nota subito, però, come spesso venga usata in modo improprio oppure molto generico da far dubitare della “carica innovativa” dei progetti che la utilizzano. Vediamo qualche dettaglio.
Cinque miliardi e mezzo sarebbero stanziati per potenziare la fibra ottica nelle cosiddette aree grigie. A cui vanno aggiunti 500 milioni per portare la banda larga nelle strutture ospedaliere, 1,7 miliardi per “fibra ottica e diffusione di reti e servizi 5G sulle strade extraurbane” e 2 miliardi nel progetto cooperativo Mise-Infratel per portare il 5G in 100 città italiane.
Ora lo dico brutalmente. Tutto questo velocizzare il digitale non servirà a nulla. Come non serve per vincere il Gran Premio mettere il motore di una 500 vecchio tipo nello scocca di una modernissima Ferrari. In Italia è vecchio l'apparato burocratico, la sua organizzazione, sono purtroppo non al passo con i tempi (per mentalità) moltissimi funzionari pubblici. Quando un impiegato continua a scrivere al computer in ufficio con un dito alla volta, per cui impiega 10 minuti per digitare una frase di senso compiuto, a cosa serve fornirgli la tecnologia che in un nano secondo invia il documento? L'esempio banale vale per cose ben più complesse. Con il risultato che spenderemo decine di miliardi per avere le migliori tecnologie al disposizione di un apparato burocratico vecchio e non in grado di ottimizzarle. E allora? Allora bisogna iniziare una volta per tutte a fare corsi di formazione veri (non quelli che servono per sprecare soldi pubblici e dare un contentino ai formatori), stage dei dipendenti e funzionari pubblici nel privato, aggiornamenti continui da cui dipendono ruoli e posizioni (non da trattative sindacali fondate su il principio non meritocratico che tutti devono avere tutto). Se non sarà così, avremo sprecato un'altra occasione, riempendoci la bocca 132 volte della parole "digitale".