
Il Covid e il contagio dell'informazione approssimativa
Mi rendo conto che se nel mondo, all'improvviso, si diffonde un microrganismo sconosciuto e letale che costringe ogni attività umana al blocco, la reazione è lo scoramento e la confusione. Ma, a distanza di circa 6 mesi da quel momento, se è normale che le persone comuni continuano a spararle di tutti i colori sui social, non è normale che le Istituzioni dicono cose "assolute" che vengono assolutamente smentite il giorno dopo.
Ieri il ministro dell'Economia Gualtieri ha detto che la crisi è grave ma il "Pil nazionale scenderà per effetto Covid meno del previsto" addirittura una percentuale ad una cifra, ossia sotto il 10%. Ma come, fino a ieri, tutti i ministri e l'Unione europea avevano detto che in Italia il calo del Pil sarebbe stato del 12% e superiore alla media europea. Che è successo? Bho. Quattro giorni fa il ministro della salute Speranza aveva detto in Parlamento (non al caffè del bar sport) che il vaccino anticovid sarebbe stato pronto entro dicembre. Oggi le agenzie di stampa battono: "I tecnici del governo correggono Speranza, il vaccino non sarà pronto prima del prossimo anno".
E veniamo ai contagi, a quell'indicatore che tutti dicono che non bisogna prendere come oro colato, ma che ha effetti immediati e diretti sulla gente. Oggi il bollettino dice che ci sono meno contagi, ieri che ce ne erano di più, domani dirà metà e metà. Ma insomma, vogliamo diffondere i dati sui contagi con riferimento ad un arco temporale che ci consente di capire se stanno crescendo o diminuendo? Alla fine vogliamo semplicemente sapere: oggi stiamo più o meno inguaiati di ieri? E vorremmo saperlo dalle Istituzioni (Oms in primis) perchè di cavolate abbiamo pieno lo smartphone, non ci serve altro.
SOTTO IL VIDEO CON LE PREVISIONI ECONOMICHE SBALLATE