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Il Garante si accorge che per i parlamentari accattoni non c'è privacy

Ci ha messo una settimana ma, alla fine, anche il Garante della privacy ha capito che la privacy non c'entra nulla con i parlamentari accattoni. E semplicemente perché la privacy è inversamente proporzionale alla notorietà di chi ne ha diritto. Un parlamentare accattone ha zero privacy. La privacy non è un ostacolo alla pubblicazione dei dati sui “furbetti del bonus”, ovvero i parlamentari (tre effettivamente beneficiari a quanto si sa) che hanno ottenuto il sussidio post Coronavirus da 600 euro. A stabilirlo è il Garante della Privacy. La decisione dell’Authority era nell’aria. La decisione del Garante «In relazione alla vicenda del bonus Covid – si legge in un comunicato diffuso nel pomeriggio dell’11 agosto -, il Garante per la protezione dei dati personali precisa che, sulla base della normativa vigente, la privacy non è d’ostacolo alla pubblicità dei dati relativi ai beneficiari del contributo laddove, come in questo caso, da ciò non possa evincersi, in particolare, una condizione di disagio economico-sociale dell’interessato (art. 26, comma 4, d.lgs.33 del 2013)». Secondo il Garante, «ciò vale, a maggior ragione, rispetto a coloro per i quali, a causa della funzione pubblica svolta, le aspettative di riservatezza si affievoliscono, anche per effetto dei più incisivi obblighi di pubblicità della condizione patrimoniale cui sono soggetti (cfr., ad es., artt. 9 L.441/1982 e 5 d.l. 149/2013, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 13 del 2014)».