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Il New York Times elogia l'Italia: più brava contro il virus

Secondo il quotidiano New York Times l'Italia è in grado di dare «lezioni al resto del mondo». E sul duro lockdown che abbiamo vissuto dice: «Le autorità italiane hanno deciso di anteporre le vite all'economia. E potrebbe rivelarsi più vantaggioso anche per l'economia stessa» Eravamo un «posto da evitare in tutti i modi», un «epicentro da incubo». Oggi siamo «un modello di contenimento del virus, seppur imperfetto». L'Italia viene (per l'ennesima volta) elogiata dal New York Times per la sua gestione dell'emergenza dopo lo scoppio della pandemia. Secondo l'articolo «How Italy turned around its Coronavirus Calamity», a firma di Jason Horowitz, il nostro Paese è stato in grado di dare «lezione al resto del mondo», «ai suoi vicini e agli Stati Uniti». Lui che, a inizio pandemia, aveva raccontato il dramma che stavamo vivendo, in particolare nella provincia di Bergamo. Italia migliore degli Usa e del resto d'Europa Il giornalista ricorda le parole di Trump che risalgono al 17 marzo, quando l'Italia per prima era già nel bel mezzo dell'emergenza coronavirus: «Guardate cosa sta succedendo all'Italia. Non vogliamo essere al loro posto», aveva detto. Bene, oggi la situazione è ribaltata: nel nostro Paese stiamo (seppur faticosamente) affrontando un secondo capitolo, un ritorno alla normalità pur rimanendo consapevoli che il virus è attivo e che dobbiamo mantenere il distanziamento sociale. Mentre gli Stati Uniti affrontano una crisi che nessun altro Stato ha affrontato: 4,5 milioni di contagi, a luglio i casi registrati sono stati 2 milioni. E le vittime raddoppiano rispetto a giugno. Non solo: l'Italia si distingue anche nel suo stesso continente. Scrive il New York Times: «Gli Stati europei che una volta guardavano con compiacimento l'Italia, ora si ritrovano di fronte nuovi focolai. Alcuni stanno imponendo nuove restrizioni e valutando se chiudere di nuovo». Lockdown e mantenimento «Dopo un inizio traballante, l'Italia ha consolidato, o almeno mantenuto, le ricompense di un duro lockdown nazionale, attraverso una combinazione di vigilanza ed esperienza medica acquisita dolorosamente», si legge ancora. Una ricetta che viene definitiva sì «imperfetta», ma comunque la migliore finora sperimentata. Il segreto? «Mentre il virus minacciava di diffondersi in modo incontrollabile, le autorità italiane hanno deciso di anteporre le vite all'economia». A questo proposito il New York Times ricorda le parole di allora del premier Giuseppe Conte, che disse che «la salute degli italiani verrà sempre prima». Oggi i nostri ospedali — ricorda il giornale — sono stati svuotati di pazienti Covid-19. Le morti attribuite al virus in Lombardia, la regione dove è scoppiata la pandemia, rasentano lo zero. Il numero di nuovi casi giornalieri è considerato uno dei più bassi in europa». «Il lockdown più vantaggioso anche per l'economia» Così gli italiani sono forse gli unici, oggi, a poter essere cautamente ottimisti. Possono avere qualche certezza in più di essere riusciti a domare il virus. «Dopo un inizio difficile, l'Italia ha consolidato, o almeno mantenuto, i frutti di un duro blocco nazionale attraverso un mix di vigilanza e competenze mediche dolorosamente acquisite», continua il giornale newyorkese. Per poi fare un appunto, ancora, sull'economia. La strategia del lockdown completo «ha attirato critiche secondo cui l'eccessiva prudenza del governo stava paralizzando l'economia. Ma potrebbe rivelarsi più vantaggioso di provare a riaprire l'economia mentre il virus si diffonde ancora a macchia d'olio, come sta accadendo in Paesi come Stati Uniti, Brasile e Messico». Il commento di Krugman Come detto, non è la prima volta che il New York Times prende d'esempio l'Italia per la sua gestione dell'emergenza coronavirus. Era stato il premio Nobel Paul Krugman ha firmare un commento titolato «Perché l'America di Trump non può essere come l'Italia?» (ne trovate il racconto sulla nostra rassegna stampa). Che era rimasto molto colpito da un altro articolo, dove si mettevano in evidenza analogie sulla crisi, e differenze nel modo di affrontarla, tra Italia e Stati Uniti. Scrive Krugman: «Gli italiani hanno fatto quello che andava fatto, e rapidamente. Hanno stabilito un lockdown durissimo e l’hanno rispettato. Gli interventi pubblici hanno sostenuto lavoratori e imprese. La rete di sicurezza ha avuto buchi ma il governo ha provato a farla funzionare. In un supremo caso di non-trumpismo, il primo ministro si è perfino scusato per i ritardi». Per poi dire del suo Paese, gli Stati Uniti: «Siamo una figura patetica sul palcoscenico mondiale».