
Il significato della stragrande vittoria dei 'si' al #Referendum
Ancora una volta i #partiti, riguardo il voto al referendum sul taglio dei parlamentari, si sono divisi per calcoli e strategie volti a raccattare preferenze alla loro parte politica. Quindi hanno portato avanti le ragioni del "si" o del "no" ragionando più o meno in questo modo: se faccio votare "si" rafforzo i Cinque stelle, al contrario li indebolisco. E, all'interno dei Cinque Stelle: se voto no butto a mare Di Maio. Questo modo di "ragionare", tipico della classe politica italiana a tutti i livelli, è quello che, il giorno dopo l'elezione di un sindaco, fa mettere immediatamente l'opposizione all'opera per "mandarlo a casa", con ogni sistema. In poche parole la politica è sempre "contro qualcuno" mai nell'interesse della collettività. Il taglio dei parlamentari, invece, indipendentemente da chi lo ha proposto e chi lo ha votato, è un altro chiarissimo e durissimo giudizio di condanna del popolo italiano contro questa classe politica e il suo modo di amministrare. Come se non bastasse l'astensionismo di circa il 45% che i partiti fanno finta di non vedere. Ovviamente il taglio dei parlamentari non risolve i problemi di un Parlamento che, per tutta una serie di ragioni, legifera male e con ritardo rispetto alle esigenze del Paese. Ma la reazione al grande affermazione del "si" non deve essere nè di gioia nè di amarezza. Piuttosto di impegno a voltare pagina facendo davvero riforme istituzionali che tutti invocano e nessuno fa.
NEL VIDEO I MALI DEL #PARLAMENTO