
Il valzer dei virologi
La mascherina è indispensabile. Non serve solo a proteggerci dai virus ma anche a nascondere la vergogna di taluni virologi. Oggi gettavo uno sguardo ad alcune dichiarazioni degli esperti. Il virologo Silvestri: "Abbiamo il dovere di tornare ad una vita normale". Il virologo Maga: "Tra un mese smettiamo di contare le vittime". Il virologo Crisanti: "Virus più debole grazie alle mascherine". Ho cercato qualcuno che ripetesse anche lontanamente le dichiarazioni del 15 marzo del virologo Di Perri: "Situazione da II guerra mondiale". E la virologa Di Capua "Dobbiamo evitare con la prevenzione di finire in ospedale noi stessi e i nostri cari". In poche parole 2 mesi e mezzo fa era la fine del mondo, oggi sembra quasi che non è successo nulla. Ora se questa convinzione può essere appannaggio di noi comuni mortali, che non mastichiamo di scienza e ci spaventiamo per quello che sentiamo al Tg, non dovrebbe esserlo per uno scienziato. Uno scienziato, dovrebbe, studiare molto e parlare poco. Trovare cure e rimedi, sperimentarli, pubblicarli, restare tappato in laboratorio. Spetta ad altri frequentare salotti televisivi, fare interviste tre volte al giorno, saltare da un social all'altro. Questa è quella parte della notizia che finisce col diventare spettacolo, ovviamente inevitabile, ma che dovrebbe essere esclusiva di opinionisti, presentatori, conduttori. Ma allora non ci sono scienziati affidabili? Assolutamente no. Ce ne sono e tanti. In Italia e all'estero lavorano sodo, guadagnano pochissimo, lottano ogni giorno per non chiudere i loro laboratori. Questi scienziati sono rimasti senza voce durante l' emergenza e noi senza il loro conforto informativo. Perché, tra tanto parlare, è mancata una seria informazione scientifica. E questo è colpa anche di noi giornalisti, spesso a caccia di chi fa più ascolto e non di chi fa più chiarezza.