
Il virus e le pezze a colori
"Mettere una pezza a colori" è un'espressione campana. Tanto è vero che in altre regioni non la capiscono. Ebbene forse perciò, in questo momento, è la più indicata per esprimere cosa ha fatto il Governo per limitare la circolazione del virus e delle persone, che poi è la stessa cosa. Visto che il virus è un maledetto parassita e si serve delle nostre gambe per circolare.
Ebbene di fronte ad una situazione critica, frutto anche di sbagliate valutazioni e interventi inefficaci (mesi persi con i banchi a rotelle delle scuole, elezioni che potevano essere certamente rimandate e di cui nessuno dice quanti contagi hanno provocato) il governo ha agito come la popolana delle storielle partenopee. La poveretta, avendo scarsi mezzi e troppi figli, quando uno rientrava a casa con l'ennesimo buco nei pantaloni, ci metteva una "pezza a colori", perchè non aveva nè il tempo nè il soldi per comprare un tessuto dello stesso colore di quello rovinato.
Ebbene le decine di consulenti di Conte e i governatori delle varie regioni, di fronte all'impennata del virus, che aveva avuto l'accortezza di avvisarci un paio di mesi prima, quando tutta l'Europa ere in crescita e noi no, hanno avuto la bella pensata di inventarsi la soluzione "tricolore". Rosso le regioni più inguaiate, arancione quelle che ci vanno appresso, verde chi respira ancora. E giù una serie di divieti che si mischiano a quelli già in vigore nelle varie regioni e si diversificano in base ad espressioni poco chiare. Ancora meno chiara è poi la politica dei ristori che è connessa a tali limitazioni. E anche la delega al ministro della salute per emanare le ordinanze, francamente, mi sembra uno spezzettare ancor più la catena di comando. Quando c'è un'emergenza su una barca una sola persona si deve assumere la responsabilità di dare disposizioni. La barca Italia, questa volta investita violentemente e completamente dal Virus, reagisce attraverso decreti, ordinanze, regionali, ordinanze comunali e mettendo una pezza di un colore diverso in ogni regione. Più caos di così non si poteva immaginare.
QUI DI SEGUITO LA SINTESI DEL DECRETO
Nei fatti l'Italia sarà suddivisa in tre differenti aree o fasce di rischio, sulla scorta dell'analisi dei dati epidemiologici e la valutazione di 21 criteri, con i quali si stabilisce il livello di gravità della situazione epidemiologica di una Regione o parte di essa, ma anche la capacità di fronteggiare dal punto di vista dei servizi sanitari (posti in ospedale disponibili, ad esempio) l'emergenza in corso. A ciascuna area o fascia di rischio corrisponderanno differenti misure restrittive per contenere il contagio. Le Regioni d'Italia, o parti di esse, saranno assegnate alla fascia 1, alla fascia 2, oppure alla fascia 3, tramite un'apposita ordinanza del ministro della Salute che avrà validità di 15 giorni e poi si procederà ad una nuova valutazione dei dati ed eventuale ricollocazione della Regione o sua parte in una differente fascia, a seconda che le condizioni siano migliorate o peggiorate.
Le nuove misure a livello nazionale (fascia 1 o zona verde)
Il Dpcm stabilisce all'Art. 1 una serie di nuove norme valide per tutta l'Italia, fatte salve le ulteriori restrizioni in vigore per quelle Regioni che finiranno o in fascia 2 (zona arancione) o in fascia 3 (zona rossa).
Tra queste nuove norme che riguardano tutta l'Italia ricordiamo:
• Coprifuoco alle ore 22: «Dalle ore 22 alle ore 5 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute»
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• Chiusura di musei e mostre.
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• Chiusura nel weekend dei centri commerciali.
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• Stop ai punti scommessa ovunque essi siano.
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• Riduzione della capacità dei mezzi di trasporto al 50%.
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• Didattica a distanza per tutte le classi delle scuole superiori. Per le classi che potranno continuare a fare didattica in presenza è previsto l'«uso obbligatorio di dispostivi di protezione delle vie respiratorie salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina».
LA CAMPANIA E' IN FASCIA 2 ARANCIONE
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Le restrizioni per la fascia 2 (zona arancione)
All'Art 1 bis il Dpcm identifica le restrizioni ulteriori previste per quei territori (Regioni o parti di esse) che saranno inserite nella fascia 2, giornalisticamente ribattezzata "zona arancione". In questo caso, tecnicamente, si parla di territori con uno «scenario di elevata gravità» (corrispondente allo scenario di "tipo 3" nella suddivisione in quattro livelli operata dall'Istituto Superiore di Sanità). Le principali restrizioni che si applicano alle Regioni o parti di esse che verranno inserite nella fascia 2, o "zona arancione", sono le seguenti:
• «È vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori regionali di cui al comma 1, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti n cui la stessa è consentita. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza».
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• Il Dpcm vieta all'interno delle Regioni o loro parti che saranno inserite in fascia 2 anche gli spostamenti tra Comuni diversi tra loro, salvo adeguata motivazione: «È vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un Comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale Comune».
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• Per i territori inseriti in fascia 2 è prevista la sospensione del servizio di ristorazione: bar e ristoranti potranno fare solo il servizio d'asporto o domicilio dalle ore 5 fino alle ore 22 (quando scatterà il coprifuoco).
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Le restrizioni per la fascia 3 (zona rossa)
All'Art 1 ter del nuovo Dpcm vengono indicate le ulteriori restrizioni previste per quelle Regioni o parti di esse che saranno assegnate alla fascia 3, giornalisticamente parlando le cosiddette "zone rosse". In questo caso si parla nel Dpcm di «scenario di massima gravità» (corrispondente allo scenario di "tipo 4" nella suddivisione in quattro livelli operata dall'Istituto Superiore di Sanità). Le principali restrizioni che si applicano alle Regioni o parti di esse che verranno inserite nella fascia 3, o "zona rossa", sono le seguenti:
• Gli spostamenti saranno vietati, salvo quelli «motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute», non solo in entrata e in uscita dai territori in fascia 3 o "zona rossa", ma anche all'interno di quegli stessi territori. Cioè vuol dire che si potrà uscire di casa solo per gli spostamenti motivati, di fatto un ritorno al lockdown conosciuto a marzo ed aprile.
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• Il Dpcm per le Regioni o parti di esse inserite in "zona rossa" prevede la sospensione delle «attività commerciali al dettaglio», salvo quelle ritenute essenziali. Chiudono dunque anche i negozi.
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• È prevista la sospensione dei mercati, salvo quelli con banchi di generi alimentari.
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• È sospesa l'attività di ristorazione, quindi bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie etc. che potranno fare solo servizio a domicilio o d'asporto dalle ore 5 alle ore 22.
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• Nei territori in "zona rossa" la Didattica a distanza riguarderà tutte le classi dalla seconda media fino alle superiori. In presenza la didattica potrà essere svolta solo nella scuola dell'infanzia ed in prima media, sempre con mascherina indossata tranne che per i bambini con meno di sei anni o nel caso di incompatibilità all'uso.
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• Nelle Regioni o loro parti inserite nella fascia 3 resterà comunque consentita l'attività motoria, cioè la passeggiata, «in prossimità della propria abitazione» sempre indossando la mascherina e nel rispetto della distanza di un metro almeno dagli altri. Prevista anche la possibilità di svolgere «attività sportiva in forma individuale».
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• Rispetto alla bozza circolata ieri, anche in "zona rossa" potranno restare aperti barbieri e parrucchieri, ma il Dpcm prevede comunque la sospensione dei «servizi alla persona».