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In vacanza all'estero e al rientro si impenna la curva dei contagi

Ci risiamo. In questo ore molti stanno preparando le valigie per una vacanza all'estero, dove si può andare al ristorante, frequentare locali, stare sdraiati al sole, ritirarsi la mattina alle quattro. Sia ben chiaro, desideri legittimi dopo oltre un anno di reclusione. Ma il punto è come si possa continuare a tenere l'Italia in zona rossa e consentire ad alcuni italiani di fare il pieno di "varianti"  all'estero e poi spargerle nel Belpaese al loro rientro. Non parliamo di fantascienza ma di cose accadute solo sei mesi fa. Ora tutti a fare tamponi per prendere l'aereo, quanti al ritorno faranno gli stessi tamponi e usciranno positivi? E poi? Dovranno fare quindici giorni di quarantena precauzionale in Italia. E voi pensate che uno che è stato in vacanza una settimana senza limiti poi si chiude diligentemente in casa per 15 giorni? Io non ci credo nemmeno se lo vedo. E se non lo fa chi controlla? Nessuno. Perchè nessuno ha la forza (e la volontà) di controllare. Tutto questo mentre in Inghilterra, tanto per fare un esempio, stanno riaprendo piano piano locali, ristoranti e ogni sorta di attività. Ma in Inghilterra c'è il divieto assoluto di andare all'estero fino ad agosto. Da noi invece, sciala popolo! E fin qui l'aspetto sanitario. Poi c'è quello economico. Mentre in Italia in turismo è praticamente morto per Covid, centinaia di italiani, dopo aver incassato da noi ristori e redditi di cittadinanza, andranno a riversare i soldi italiani nelle casse delle aziende turistiche all'estero. Complimenti per il programma.

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