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L' Antimafia: ecco i candidati impresentabili

Sono 13 i candidati impresentabili nelle liste per le elezioni di domenica prossima. I nomi sono stati resi noti oggi dalla commissione antimafia e sono presenti soltanto in tre regioni sulle sette impegnate nella competizione elettorale, ovvero: Puglia (3) , Campania (9) e Valle D’Aosta (1). Liste «pulite» invece in Toscana, Veneto, Liguria, Marche . In Campania è stato candidato con De Luca presidente Aureliano Iovine, imputato di associazione mafiosa (Lista Liberaldemocratici Campania) . Imputata di aggravare attività mafiose anche la candidata di Michele Emiliano Silvana Albani (Lista «Puglia solidale verde»). Gli impresentabili della Campania si dividono (quasi) equamente tra le liste di sinistra per Vincenzo De Luca presidente (cinque) e quelle di destra con Stefano Caldoro (quattro ). Nella lista De Luca anche Carlo Iannace già condannato e interdetto dai pubblici uffici nel 2016, e oltre l’imputato per mafia Iovine (416 bis), nella lista De Luca gli altri impresentabili sono: Sabino Basso («Campania libera - De Luca Presidente», per Vincenzo De Luca Presidente), imputato di riciclaggio (art. 648-bis c.p.) il dibattimento è in corso davanti al Tribunale di Avellino; Orsola De Stefano («Lega Salvini Campania», per Stefano Caldoro Presidente), imputata di concussione (art. 317 c.p.) il dibattimento è in corso davanti al Tribunale di Avellino; Maria Grazia Di Scala («Forza Italia Berlusconi con Caldoro»), imputata di concussione (art. 317 c.p.) il dibattimento è in corso davanti al Tribunale di Napoli; Michele Langella («Campania in Europa», per Vincenzo De Luca Presidente), imputato di riciclaggio (648-bis c.p.) il dibattimento è in corso davanti al Tribunale di Torre Annunziata; Monica Paolino («Forza Italia Berlusconi con Caldoro», per Stefano Caldoro Presidente), imputata scambio elettorale politico-mafioso (artt. 110, 81, 416-ter c.p.), il dibattimento è in corso davanti al Tribunale di Nocera Inferiore; Francesco Plaitano («Partito Repubblicano Italiano», per Vincenzo De Luca Presidente), già segnalato nel 2015 dalla Commissione antimafia della XVII Legislatura per violazione del codice di autoregolamentazione per la stessa condanna per estorsione, tuttora pendente, l’impugnazione è stata fissata per il 22 settembre 2020; Francesco Silvestro («Forza Italia Berlusconi con Caldoro», per Stefano Caldoro Presidente), imputato di concussione (art. 317 c.p.) il dibattimento è in corso davanti al Tribunale di Napoli. Gli impresentabili della Puglia sono tre, due per la lista del candidato di sinistra Michele Emiliano e uno per la lista di estrema destra: Raffaele Guido («Fiamma Tricolore» per Franco Piero Antonio Bruni Presidente), imputato di plurimi reati tra cui tentata violenza privata, lesioni aggravate e minaccia, aggravati dal fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose (artt. 110, 56-610, 612, 582-585 c.p. e artt. 2,4,7 legge 895/1967 e art. 7 Legge 203/1991). Il dibattimento è in corso davanti al Tribunale di Lecce. Con l’aggravante mafiosa con Michele Emiliano c’è Silvana Albani («Puglia Solidale Verde»), imputata dei reati di falsa perizia, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, e corruzione in atti giudiziari, aggravati dal fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose (artt. 110, 373, 319, 319 ter c.p. e art. 7 legge 203/1991). Il dibattimento è in corso davanti al Tribunale di Catanzaro; Sempre con Michele Emiliano anche Vincenzo Gelardi («Partito del Sud Meridionalisti Progressisti»), imputato di plurimi reati di trasferimento fraudolento di valori aggravati dal fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose (artt. 110 c.p., 12 quinquies decreto legge 306/1992 e art. 7 Legge 203/1991). Il dibattimento è in corso davanti al Tribunale di Napoli. Il candidato impresentabile in Valle D’Aosta si chiama Augusto Arduino Rollandin ed è della lista per l’Auotonomie: venne dichiarato sospeso a decorrere dal 28 marzo 2018 dalla carica di consigliere regionale e vicepresidente della Giunta regionale valdostana, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri datato 3 maggio 2019. Ciò per via della condanna comminata al predetto candidato alla pena di anni quattro e mesi sei di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per la durata di anni cinque, in quanto dichiarato colpevole dei reati di cui agli articoli 319 e 321 del codice penale.