
L'Austria non chiude i campi di sci: torme di italiani già pronti a fare il pieno di virus
L'Austria dice no alla proposta avanzata dall'Italia di una chiusura degli impianti sciistici a livello europeo durante le vacanze di fine anno per evitare la diffusione del Coronavirus.
"Per l'industria turistica austriaca la pandemia da Covid 19 rappresenta in tutti i sensi un'enorme minaccia, in termini di salute ed economici", ha dichiarato il ministro delle Finanze austriaco Gernot Bluemel a Vienna. Per il suo ministero una chiusura comporterebbe una perdita di circa 2,4 miliardi di euro per le tre settimane di vacanze di fine anno. "Se l'Unione Europea veramente vuole questo, deve pagare", ha aggiunto Bluemel, chiarendo che si tratterebbe di assicurare l'80 per cento di quei proventi, in linea con quanto prevede lo stato austriaco in termini di risarcimenti agli esercizi commerciali chiusi.
Questa la notizia. Ora vediamo se ho ben capito. Mentre l'intero Paese Italia sta facendo enormi sacrifici in termini di libertà personale per tentare di rallentare la curva del contagio e, ovviamente, anche gli impianti sciistici italiani sono chiusi, l'Austria non vuole che si chiudano pure i suoi. Negli impianti austriaci si riverserebbero, così, decine di migliaia di italiani (irresponsabili aggiungerei) che, come hanno fatto per le vacanze all'estero d'estate, farebbero il pieno di contagi per poi trasferire il tutto in Italia. Il premier Conte sta studiando un divieto di andare in Austria con conseguente chiusura delle frontiere. Io farei una cosa più semplice, come hanno fatto per le vacanze estive in Germania: si suggerisce ai signori amanti delle settimane bianche in Austria di fare un piccolo sacrificio anche loro quest'anno. Se non lo fanno, controllati al loro rientro con un'opportuna tamponatura, vengono messi in quarantena per un mese e soprattutto pagano loro tutte le spese mediche che andremo ad affrontare per curarli. Penso funzionerà più della chiusura delle frontiere.