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La mafia non si fida più dei politici

"Voglio fare una bella lista civica, senza partito - diceva il boss - una lista con i cristiani giusti, se no non fai niente. Dei politici non possiamo più fidarci". I padrini siciliani non si fidano più degli intermediari con la politica, puntano direttamente a una propria formazione, con tanto di candidato sindaco (in basso il video con le intercettazioni). E' accaduto a Misilmeri, provincia di Palermo, e i carabinieri hanno chiuso un'indagine con l'arresto di otto persone.
Ma qual è la novità? Si dirà che politica e criminalità organizzata hanno sempre avuto strettissimi contatti in terre di mafia, camorra e ndrangheta.
Invece questo episodio di cronaca è indice di una svolta nell'atteggiamento della criminalità organizzata. Infatti le mafie sono sempre state dei parassiti dello Stato non lo Stato. Ossia, utilizzando la forza della violenza e della corruzione, riuscivano in talune aree a condizionare comunque l'attività amministrativa e ottenere il controllo degli appalti e delle principali attività economiche. Quindi l'obiettivo delle mafie, che mira a gestire l'economia, non è mai stato quello di fare una rivoluzione e governare ma "solo" di "condizionare" chiunque venisse eletto. E questo con vari sistemi illeciti: intimidazioni, cessioni di voti in cambio di favori, corruzione di politici e funzionari pubblici. A Misilmeri invece i mafiosi hanno deciso che non hanno più bisogno dei partiti, fanno loro un partito e governano direttamente. A me questa cosa sembra davvero molto inquietante.