
La mascherina che smaschera le nostre debolezze
La storia delle mascherine per proteggersi dal virus può essere lo specchio di come, al tempo d'oggi, le cose, anche le più importanti, cambiano velocemente per funzione e valore. Vi ricordate all'inizio dell'epidemia cos'era la mascherina? Costava anche 15-16 euro al pezzo e, soprattutto, bisognava intercettarla al mercato nero come le bottiglie di whisky ai tempi del proibizionismo. Un oggetto introvabile, dai prezzi esorbitanti, l'unico scudo che avrebbe potuto salvarci la vita. Una funzione riconosciuta come tale a livello mondiale, tanto che, mentre tutti le chiedevano e nessuno le riceveva, alcuni Paesi dell'europa centrale avevano bloccato "piratescamente" diversi camion di mascherine ordinate e pagate dalla protezione civile italiana e se ne erano impossessati.
Ore le mascherine le troviamo ovunque, quelle semplici costano anche 50 centesimi, e soprattutto si sono messi a fabbricarle tutti, con o senza autorizzazione. Migliaia e milioni di pezzi, di tutte le fogge e tutte le forme. Se servono a proteggersi non lo sa nessuno ma, certamente, sono trend e vengono abbinate ai vestiti, al colore delle unghie, alla tinta dei capelli. Fascino della moda, siamo o non siamo italiani, mica potevamo per sempre metterci in faccia le banali mascherine chirurgiche? Ma detto questo veniamo all'uso che facciamo delle mascherine, o meglio al non uso. Provo ad elencare i casi in cui non la mettiamo o la togliamo (ma a voi ne verranno in mente tanti altri). La mascherina si toglie quando si mangia, quando si beve, quando ci si siede al tavolo in un locale, quando si fuma, quando si parla con un gruppo di amici con il pretesto di stare distanti, quando si va in auto, quando si va in bici, quando in strada non c'è nessuno, quando si sta in casa, quando ci fa sudare il viso o appannare gli occhiali, quando si bacia o si fa qualche altra cosa del genere con qualcuno, quando nessuno ci vede, quando ce la siamo dimenticata, quando ci ha rotto le scatole. Ora, considerati gli archi temporali necessari per ciascuno di questi comportamenti (variano da soggetto a soggetto) è comunque la somma che fa il totale, come diceva Totò. Perciò comincio a credere che, se c'è qualcosa che si sta salvando dal virus, non è certo la mascherina. Anche perchè ai casi di specie bisogna aggiungere alcune convinzioni molto radicate. Tipo il padre che dice alla figlia: "Mi raccomando, se vai con qualcuno che non conosci mettiti la mascherina". E perchè, quelli che conosci non possono essere infetti? Oppure il signore che per strada parlava con l'amico appassionandosi nella seguente discussione: "Ma ti rendi conto, sono entrato in salumeria e quello mi ha detto di mettere la mascherina. E io gli ho risposto, ma io sono cliente, sono anni che vengo a prendere il pane qui. Da questo non ci vado più".
Per tirare le somme allo stato attuale le mascherine, mentre ci proteggono dal virus (speriamo), smascherano le nostre debolezze, le nostre convinzioni, la nostra presunzione e innata ribellione all'osservanza di qualsiasi regola. Quindi dimmi che mascherina metti e come la metti, e ti dirò chi sei.
Qui sotto da non perdere un tutorial su come realizzare in pochi minuti e con poca fatica una mascherina da un calzino da uomo.