
La politica del perdere tempo sui problemi per prendere tempo per sè: il metodo Draghi deve combattere questo
Mi ha colpito un particolare delle consultazioni che il presidente Draghi sta effettuando. Ha dedicato 15 minuti alle consultazioni con i partiti minori e 30 minuti con quelli maggiori. E, scaduto questo tempo, li sta mettendo gentilmente ma fermamente alla porta. Ebbene, da anni, ci culliamo sull'equivoco che democrazia vuol dire trascinare all'infinito riunioni, discussioni, confronti, mentre i problemi restano insoluti. Questa è invece demagogia. In politica, come nella vita, il bene più prezioso è il tempo e a nessuno dovrebbe essere consentito di sprecarlo. Immaginate se il consiglio comunale o la giunta ha 30 giorni di tempo per intervenire su un problema: se non lo fa, fuori la politica, interviene un tecnico con pieni poteri. Ci sono amministrazioni pubbliche che hanno in elaborazione ed esecuzione il progetto di una scuola da 20 anni, da 10 anni scrivono decine di inutili lettere per rifare una condotta idrica, da 5 anni studiano come tinteggiare un muro di un edificio pubblico. Se le aziende private utilizzassero lo stesso sistema, fallirebbero in sei mesi. Ma in realtà anche i Comuni falliscono (sono quasi tutti in dissesto) ma nessuno ci fa più tanto caso e si continua ad eleggere gli stessi amministratori. Benissimo, vogliamo eleggere sempre gli stessi? Cambiamo almeno le regole e stabiliamo quanto tempo hanno a disposizione per passare dalle chiacchiere ai fatti. Sarebbe un buon inizio.