featured image

La ricetta è elettronica ma il bollino del farmaco è di carta: l'elogio della follia

Investire milioni di euro in denaro pubblico e lasciare le cose a metà. Purtroppo la nostra "transizione digitale" è caratterizzata in gran parte da situazioni del genere. Prendiamo in esame la ricetta elettronica, utilissima innovazione per risparmiare tempo, velocizzare l'acquisto di farmaci, ridurre truffe e tutelare l'ambiente (sprecando meno carta). Per questo il nostro Servizio sanitario nazionale ha investito milioni di euro per eliminare le vecchie ricette. Ma vediamo come stanno le cose. Prima: vado dal medico di base, aspetto il mio turno, mi fa la ricetta su carta, vado dal farmacista e faccio un'altra fila, lui riceve la ricetta e mi da il farmaco. Ora: invio un Whats app al mio medico di base (sono farmaci che prendo abitualmente), lui mi manda per Whats app la ricetta elettronica, vado dal farmacista e gli passo lo smartphone e lui con il lettore ottico acquisisce la ricetta ma non mi da il farmaco. Perchè. Perchè deve stampare la ricetta, prendere il coltellino, staccare il bollino dalla scatola del farmaco e appiccicarlo sulla ricetta che ha stampato lui. In pratica deve fare le stesse operazioni che faceva con la ricetta cartacea, consumare la stessa carta, il tutto mentre aumentano i tempi di attesa in farmacia. Ora, dico io, avete fatto tutto questo ambaradan per la ricetta elettronica, perchè vi siete fermati all'ultimo passaggio? Perchè non create anche il bollino digitale del farmaco che si appiccica elettronicamente sulla ricetta? E' come se un maratoneta facesse 100 chilometri e, agli ultimi 100 metri, si sedesse a terra senza tagliare il traguardo perchè si è stufato. Come se Cristoforo Colombo, dopo mesi di navigazione, alla vista dell'America dicesse: mo me ne torno indietro. Come se alla Posta prendo il numero 150 quando il tabellone segna -20 e, arrivato a 149, me ne vado a casa. In poche parole questa storia del bollino di carta sulla ricetta elettronica va studiata psichiatricamente. E siccome io sono nato ad Aversa, paese dei pazzi, sono affascinato da cotanta impresa.