
La scuola riapre da Bolzano, tenerla aperta significa anche gestire l'impatto emotivo
Il problema della riapertura delle scuole è un dilemma in tutto il mondo. In Cina si sono inventati i cappellini con distanziatori inclusi per tenere lontani i bambini. I monachi tibetiani non corrono rischi, mascherina, visiera e distanza. Da noi i banchi singoli a rotelle per tutti (quando arrivano) e poi ogni preside si arrangia come può. Ma, oltre alle necessarie misure di distanziamento, igiene e protezione, purtroppo è logico presumere che non si può escludere in assoluto un contagio a scuola. Il vero problema quindi non è aprire le scuole, ma tenerle aperte e questo significa gestire, soprattutto emotivamente, eventuali casi di contagi di studenti o personale scolastico. Non è possibile che al primo caso tutti a casa e chiude la scuola. Quindi a mio giudizio, la figura più importante in ogni istituto è quella di un medico che sia specializzato e si assuma la responsabilità di decidere quando sospendere, quando chiudere, quando continuare. E lo stesso medico deve gestire le comunicazioni con le famiglie. Un lavoraccio, un costo enorme, ma necessario. Del resto il costo (anche sociale) di continue aperture e chiusure, sarebbe molto più grande.
TANTO PER SDRAMMATIZZARE SOTTO LA MINISTRA CROZZA-AZZOLINA