
La scuola riapre così, anzi no, anzi ni
La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, ogni giorno, fa un'esternazione. Prima aveva detto che le lezioni a settembre sarebbero riprese con un sistema alternato, in aula e da casa via web. Ora ha assicurato che tutti gli studenti torneranno in classe, avranno dei banchi nuovi, e si potranno utilizzare tutti gli spazi esterni delle scuole: piazzali, androni, parcheggi, palestre, pur di ridurre i contatti e la vicinanza dei ragazzi. A parte che non capisco la storia dei banchi nuovi in relazione ai rischi da Coronavirus, comunque, magari, la chiarirà nella prossima esternazione. Ad ogni modo il punto è che, a distanza di circa due mesi e mezzo dalla riapertura delle scuole non è stata fatta la cosa più logica: una ricognizione, istituto per istituto, per verificare ognuno di quanti e quali spazi ha bisogno per "distanziare" gli studenti. Ai presidi infatti, finora, non è stata data alcuna indicazione operativa se non un messaggio con cui gli si assicurava che hanno piena autonomia. Ma autonomia per fare cosa? Quanti studenti devono andare in ogni classe in rapporto ai metri quadrati delle aule? Almeno questo lo volete dire? Invece no. La scuola riapre, anzi si, anzi no, anzi così, anzi pomì. Ma forse dietro tutto questo c'è una strategia, si pensa di uccidere il virus con la confusione. Ma per adesso sono andati al manicomio solo i dirigenti scolastici.
Bhe speriamo nell'immunità di gregge per dirla cono Checco Zalone nel video qui sotto