
La pandemia che cambia il lavoro, 100 interviste dei ragazzi della I E
Abbiamo rivolto a 100 persone la seguente domanda: La pandemia ha modificato il tuo lavoro o il tuo impegno quotidiano? E come? Hanno risposto SI 81, hanno risposto NO 15, hanno risposto NON SO 4.
Ecco nel dettaglio le risposte con i nomi di chi ha effettuato l'intervista.
LUCIA ABATE
Cesare, operatore socio sanitario all'ospedale Giuseppe Moscati di Aversa
Sospira, non è tra quelli in prima fila per la lotta ala Covid, spesso il suo ruolo non
viene riconosciuto come si dovrebbe, ma vive comunque tutta la preoccupazione e
pressione, costretto ad indossare una "tuta d'astronauta" tutto il giorno e a dover
accogliere e gestire i pazienti positivi, con il suo sorriso e la sua immancabile ironia.
Maria infermiera all'ospedale San Camillo di Roma
Sorride al ricordo di due anziani malati di Alzheimer (positivi al Covid), che
continuavano ad abbracciarsi e a tenersi la mano, nonostante non si conoscessero.
Franco, emigrato a Londra nel 2012, è ingegnere informatico alla Apple
Per lui non ci sono stati grandi cambiamenti, lavorerà da remoto fino a giugno 2021,
dovrà però rimanere in Italia fino a fine gennaio.
Manuel e Marianna studenti rispettivamente del liceo classico Ugo Foscolo di
Albano e del liceo artistico Leonardo Da Vinci di Aversa
Lamentano di quanto sia asettica e stressante la DAD, di quanto le interiezioni con i
professori siano limitate e di quanto spesso si esageri con la mole di studio. La
speranza dunque, è quella che tutto questo finisca il prima possibile, diventando
solamente un ricordo, il ricordo di quanto siamo stati forti e pazienti, di quanto
abbiamo lottato per non lasciarci sopraffare dalle restrizioni.
MARTINA CAMMISA
Adriana, 51 anni, professoressa di un liceo scientifico
Lei afferma che la DAD è molto più impegnativa e si raccolgono meno frutti, i suoi
pomeriggi sono più pieni perché prepara verifiche cercando di renderle attendibili al
contesto.
Antimo, 51 anni, informatore medico scientifico
Il suo lavoro è cambiato molto visto che la pandemia gli ha impedito di spostarsi e di
interagire con i clienti e ha aumentato il confronto con lo smartworking.
Simona, 21 anni, giovane universitaria
Lei espone il suo pensiero dicendo che il covid non ha cambiato solo il modo di
vivere l’università che è diventata digitale, ma la pandemia ha bloccato ogni
confronto e contatto con professori e colleghi.
Mena, 54 anni, commerciante nel settore di oggettistica e bomboniere
Ha subito maggiormente l’impatto della pandemia in quanto il settore delle cerimonie
è fermo e l’oggettistica non è considerata un bene primario.
Miriana, 26 anni, logopedista
Il suo lavoro richiede la visibilità della bocca per lavorare soprattutto con bambini
che hanno disturbi riguardante il linguaggio.
CAPORASO GIULIA
Mattia Caporaso, 17enne, studente.
Dice che ha riscontrato un bel cambiamento positivo, ovvero un miglioramento nella
qualità del sonno, difatti ama svegliarsi cinque minuti prima che iniziano le lezioni. Il
lockdown gli ha permesso inoltre di esplorare hobby e interessi che forse non aveva
mai avuto prima.
Luca Caporaso, 47enne, ingegnere in servizio presso il comando vigili del fuoco
di Napoli
Dice che una delle principali spinte verso il cambiamento personale è stata
l’attivazione dello smartworking. E nonostante i cambiamenti improvvisi della vita
quotidiana, gli ha dato l’opportunità di rallentare e prendere sul serio il proprio
benessere; per questo ha deciso di eseguire attività fisica in casa e di conseguire la
patente nautica.
Lucia Visconti, 46enne, casalinga
È sempre in agguato, ordina le camere, come un supereroe quando ci sono le pausa
tra una lezione e un’altra. Inoltre la musica e l’arte sono diventate le sue migliori
amiche.
Carmela, 60enne, pensionata
Il lockdown le ha permesso di affinare le sue capacità culinarie preparando leccornie
per noi nipoti.
Pasquale Gallo, tecnico di laboratorio di analisi cliniche
Dice che la pandemia gli ha portato un’intensificazione di lavoro, per tamponi relativi
a Covid19.
FRANCA CERULLO
Pasquale Cerullo
In realtà devo ammettere che la mia vita quotidiana non è cambiata molto all’ arrivo
del covid-19, nonostante la pandemia non ho mai smesso di lavorare, all’inizio le
cose erano radicalmente cambiate, come tutte le altre imprese, anche la mia di
onoranze e trasporti funebri si è dovuta adeguare alle disposizioni di sicurezza anti
covid con l’acquisto di termoscanner, sanificatori e disinfettanti. Nonostante ciò,
fortunatamente, il mio settore diversamente da tanti altri non ha subito perdite ed è
stata una delle poche attività che durante il lockdown è potuta restare aperta.
Barbara Di Bello
Da neuro psicomotricista posso dire che la pandemia ha cambiato radicalmente la mia
quotidianità ma soprattutto con l’utilizzo delle sicurezze anti covid è cambiato il mio
modo di lavorare e di relazionarmi con i bambini. Non poter stare a contatto con
questi ragazzi è stato davvero difficile poi essendo ragazzi con delle disabilità è stato
tutto più macchinoso di quanto pensassi
Fausto Cerullo
L’ anno scorso ho iniziato il liceo e con la didattica a distanza ho riscontrato delle
difficoltà a relazionarmi con i compagni, con i professori, ma soprattutto è
inevitabilmente cambiato il mio metodo di studio, per non parlare di quanto è stato
difficile rinunciare alle uscite con i miei amici, in poche parole la mia vita quotidiana
è stata inevitabilmente stravolta ma posso dire con fierezza che grazie al covid ho
capito il valore di un semplice abbraccio, di una semplice passeggiata al parco, di una
semplice partita a calcio la domenica mattina e di una semplice chiacchierata fuori
scuola.
Ersilia Di Bello
Da insegnante posso dire che con l’inizio della pandemia la mia quotidianità è
cambiata notevolmente infatti, con l’utilizzo della didattica a distanza non mi è stato
possibile seguire gli studenti come avevo sempre fatto, inoltre lavorando alla scuola
elementare è stato tutto ancora più difficile perché i bambini non avendo sempre
l’aiuto dei genitori avevano difficoltà a partecipare alla lezione non sapendo gestirsi
da soli.
Zaccaria Valletta
Da consulente del lavoro e delle imprese posso dire che la pandemia ha influenzato
molto il mio lavoro ed il rapporto con i miei clienti sia sotto l’aspetto sociale che
quello fiscale ed economico relativo alle loro aziende. La pandemia ha causato
enormi difficoltà, per quanto riguarda l’aspetto economico, a molte imprese,
commercianti, esercizi commerciali e piccoli imprenditori nei diversi settori ma
soprattutto quelli della ristorazione. Il governo italiano ha emanato a pioggia una
serie di emendamenti, DPCM, decreti legge che ci hanno visti coinvolti in un enorme
lavoro da mettere in atto a sostegno delle varie categorie di imprese.
LUCA COSTANZO
Franco 43 anni, impiegato in una azienda
Non è stata dura affatto la quarantena per Franco, pensa che lo smartworking sia una
comodità.
Elisa 27 anni , commessa
È stata un po’ dura la quarantena per Elisa, perché oltre a non lavorare, visto che i
negozi d'abbigliamento sono rimasti chiusi, lei ogni sera andava in palestra ma
durante il lockdown non poteva.
Roberto 14 anni studente
È stata anche per lui un duro lockdown, visto che non poteva ne uscire ne andare a
scuola.
Peppino 37 anni, idraulico
È stata una quarantena molto difficoltosa, visto che non lavorava e quindi si trovava
in una situazione drastica.
Luigi 22 anni, studente universitario
Anche lui, come Roberto, non poteva seguire gli studi prima della DAD e non poteva
uscire con gli amici.
MARA D’ANTONIO
Linda, 40 anni, proprietaria di un centro estetico
Si, è cambiato il mio modo di lavorare . Poiché il mio lavoro prevede uno stretto
contatto con la clientela . Non lavoro più con serenità , dicendo indossare dispositivi
di sicurezza e adottare precauzioni per contrastare il Covid. La clientela è diminuita
perché si ha paura.
Cristina, 45 anni, proprietaria di una boutique di abbigliamento
Si, poiché le vendite da inizio pandemia sono calate bruscamente. Le priorità sono
altre, l’abbigliamento è passato in secondo piano per tutti.
Ernesto, 42 anni, manager presso un’ azienda
Si, perché avendo una famiglia, cercavo il meno possibile di avere contatti con altre
persone. Ma il lavoro che svolgo mi ha sempre tenuto in stretto contatto con le
persone. Prima della diffusione del Covid, raggiungevo il lavoro con i mezzi pubblici,
ma con la situazione attuale mi sposto il più possibile con l’auto.
Emanuela, 25 anni, stagista presso il consolato Americano nel reperto di gestione
e assicurazione
Si, poiché con la pandemia è iniziato il lavoro tramite smartworking ed essendo il
mio primo anno di lavoro, non è stato possibile vivere le esperienze che avrei voluto.
Non c’è rapporto con le altre persone, ma è possibile vedersi solo attraverso uno
schermo.
Noemi, 35 anni, medico
Si, lavorando in ambito sanitario, il lavoro è diventato di carico maggiore. Le
responsabilità sono aumentate e con esse anche le ore di lavoro e stanchezza.
CHIARA DE PAOLI
Corrado Pio de Paoli, 51 anni, funzionario agenzia delle entrate
Ci sono pro e contro. Lo smartworking è sicuramente più impegnativo dal punto di
vista delle pratiche da gestire e consegnare in un arco di tempo limitato, ma gli ha
permesso di passare più tempo a casa con la moglie e il figlio.
Maria Laura De Paola, 44 anni, dirigente medico
Ci sono state notevoli difficoltà dovute al trasferimento in altra regione, ma si ritiene
fortunata per non aver perso il lavoro, come è successo a molte altre persone. È riuscita
ad organizzarsi meglio con il bambino piccolo.
Umberto del Piano, 47anni, avvocato
Dopo un lungo periodo d’inattività completa, la situazione è leggermente migliorata
quando c’è stata la possibilità di accedere, in maniera contingentata, agli uffici
giudiziari. Alcune udienze vengono svolte per via telematica, altre non possono essere
svolte allo stesso modo perché gli uffici del Giudice di Pace non hanno dispositivi
adatti e, come conseguenza, c’è il rinvio delle udienze.
Filippo de Paoli, 48 anni, ingegnere
Il lavoro è cambiato dal punto di vista logistico: passaggio casa-ufficio. Se prima
trascorreva 9/10 ore in ufficio e pranzava in ristoranti, ora lavora in smartworking 9/10
ore e pranza a casa. Sicuramente si sta godendo di più la famiglia.
Alina del Piano, 43 anni, insegnante infanzia
In presenza faceva 5 ore al giorno, in DAD l’orario è stato ridotto. L’impegno è stato
comunque giornaliero: un giorno veniva usato per la ricerca di attività coinvolgenti e
motivanti da proporre, quello successivo avveniva il collegamento che, però, aveva una
durata limitata di un paio d’ore. È riuscita a gestire meglio la casa e la famiglia.
ALESSANDRA DI RONZA
Giuseppe Di Ronza 45enne
Dice che la pandemia ha stravolto il proprio modo di lavorare, fa dei turni a lavoro per
evitare assembramenti e si scontra continuamente nello smartworking.
Dora 44enne, segretaria presso uno studio medico
Nel suo ruolo lavorativo non ha riscontrato grosse differenze rispetto a prima, ma come
tutti è diventata insofferente all’uso di mascherina e di continuo gel igienizzante.
Nicola Di Ronza, 32enne, finanziere di Milano
Sostiene che la sua attività lavorativa non ha subito grosse modifiche, ma soffre di non
poter riabbracciare la sua famiglia considerando le varie restrizioni per gli spostamenti
tra regioni.
Salvatore Ibello, studente di 15 anni
È completamente esausto. La DAD e la mancata attività sportiva, che amava e tutt'ora
ama ancora, sono diventate ormai una triste abitudine.
Pina Coppola, 66enne, pensionata
Pur non avendo un lavoro, il suo piacevole impegno quotidiano consisteva
nell’accudire i nipotini, ora, con la pandemia non riesce neppure ad abbracciarli.
ANNA FIORILLO
Antonio Uliano, liceale di 14 anni
Lui afferma che questa pandemia ha cambiato non solo il modo di vivere ma anche il
mondo di essere, infatti prima era un ragazzo sempre positivo e gioioso ma con il
passare del tempo è cambiato sotto quest’aspetto ed è diventato più svogliato e meno
produttivo.
Margherita Veneziano, agente di viaggio di 50 anni
Con la chiusura delle regioni e le varie incertezze riguardo il colore delle zone
Margaret afferma che è stato molto difficile ricavare profitti dal suo lavoro quindi per
lei è stato difficile mantenere individualmente la famiglia.
Alessandro Capasso, nuotatore 3 in Campania di 14 anni
Con la chiusura di palestre e teatri, quest’ultimo non ha potuto allenarsi. Alessandro
afferma però che la piscina è per lui un modo con cui potersi sfogare e al venir
mancare di questo si è sentito più stressato e vuoto.
Nunzio Fiorillo, guardia di finanza di 45 anni
Poiché per il suo lavoro deve spostarsi da Sant’Antimo a Roma la pandemia gli ha
portato l’ansia di prendere il treno per questo motivo spesso e volentieri cerca dei
passaggi dai suoi colleghi.
Antimo Verde liceale di 16 anni
Afferma che per lui non c’è stato cambiamento né con la scuola né con il resto anzi il
ragazzo dice che addirittura non trova più tanto tempo per se stesso.
DANIELE GRAZIANO
Pasquale Rossi, operaio di 50 anni
Andato in cassa integrazione a causa della pandemia, non riesce a mantenere la sua
famiglia solo con il bonus di 600 euro che lo Stato ha assegnato, trovandosi pertanto in
serie difficoltà economiche.
Marco Ippolito, di 22 anni
Commesso presso un supermercato,
non ha riscontrato grosse differenze economiche,
dovuto forse al fatto che l’alimentazione è un bene primario, ma è diventato comunque
insofferente all’uso della mascherina per molte ore al giorno.
Antonio Galasso di 47 anni, medico professionista in ortopedia
Ha avuto, durante la pandemia una drastica riduzione nelle prenotazioni di visite che
ha stravolto notevolmente il suo modo di lavorare ed ha ridotto le sue entrate
economiche rispetto ai mesi pre-covid.
Luca Menditto di 45 anni, sergente dell’esercito presso la caserma di Viterbo,
Avendo la propria famiglia a Napoli lamenta la difficoltà di poter raggiungere i suoi
cari, per le restrizioni di mobilità dettate dal governo, anche se a livello economico non
ha subito grossi cambiamenti.
Sandra lo Tufo di 48 anni, docente di matematica e fisica
Pur avendo un posto fisso e remunerato a causa della pandemia è completamente
esausta perché la DAD ha stravolto il modo di lavorare e lamenta la mancanza di
contatto con i propri studenti e colleghi.
GRAVINO REBECCA
Massimo Gravino,45enne,dipendente del ministero della giustizia.
Sente della castigazione della mascherina. Stressato dall’aumento di otto ore di lavoro
dato che c’è riduzione del personale e delle ferie.
Doriana Cecere,42enne,impiegata presso uno studio di consulenza.
Esausta dal lavoro in smartworking. Tanti adempimenti che svolgeva in maniera veloce
ora le richiedono tempi di evasione molto lunghi e questo si riflette sui ricavi
dell’attività.
Carmelina Marino, 67enne, proprietaria di una lavanderia nel centro di Aversa
Avendo una lavanderia la sua attività ha vissuto mesi di chiusura e nonostante adesso
sia aperta a causa delle restrizioni non ha la stessa richiesta di lavoro, perché la clientela
non necessita di abiti lavati in lavanderia specie quelli indossati per gli eventi.
Francesca,20enne,studentessa universitaria.
Lo stress è fortissimo, non si può progettare un futuro. Seguire i corsi online prima le
era conveniente ma porta all’impossibilità di uscire di casa e di avere una vita. Spera
di ritornare a una vita normale, in cui anche se difficile una speranza ancora c’è.
Luigi, 38enne, lavoratore in un’azienda di assicurazioni
Il covid gli ha portato ansia e paura. Ha cambiato le sue abitudini. Lo smartworking
però gli è vantaggioso, acquista molto più tempo a livello produttivo ,dedicando
maggior tempo alla famiglia e lo stressa di meno rispetta a quando andava in ufficio.
GIUSEPPE PALMIERI
Maria Del Prete,40 anni, insegnante di italiano
A causa della pandemia da Covid-19 la professione di Maria è cambiata molto, infatti
lamenta di aver perso il contatto “umano” con i propri alunni, che lei definisce “adulti
del domani” , dice anche che nelle lezioni a distanza prevale solo un clima di nostalgia
e malinconia anziché quello di serenità che dovrebbe esserci.
Domenico Cariello ,45 anni, ascensorista.
La vita di Domenico non è stata totalmente stravolta dal Covid-19, infatti riferisce che
ha continuato a lavorare durante il lockdown, ma che comunque la sua routin
quotidiana ha subito dei cambiamenti radicali, dal caffè con gli amici alle escursioni in
montagna, la sua vita è stata stravolta solo dal punto di vista sociale.
Rosaria Pellino,43 anni, casalinga.
La vita di Rosaria non ha lamentato grandi cambiamenti dalla diffusione della
pandemia da Covid-19,ma comunque è diventata una mamma “tuttofare” infatti dalle
8:00 fino alle 13:00, deve supportare e sopportare le proprie figlie nelle attività di
didattica a distanza.
Maurizio Cervone ,53 anni, ex artigiano.
Purtroppo l’attività artigiana di Maurizio non ha resistito alla crisi economica innescata
dalla pandemia, infatti nel maggio del 2020, la sua attività chiude i battenti. Maurizio
infine lamenta i pochi aiuti dallo Stato che in un momento di difficoltà si è mostrato
assente.
Arturo Del Piano, 87 anni, pensionato
La vita di Arturo è cambiata moltissimo negli ultimi tempi, infatti oltre ad aver subito
un lutto, egli non può andare nel circolo con i suoi amici nonni, non può giocare a
carte e vincere tavolette di cioccolata per suo nipote, inoltre proprio per protezione non
lo vede da moltissimo tempo, riferisce infine la sua voglia di tornare alla vita reale e di
passare una giornata con suo nipote, come faceva solitamente prima della pandemia.
CARMELA PAROLISI
Maurizio Parolisi di 43 anni, operaio del montaggio di macchine industriali
La pandemia ha modificato il suo lavoro. La difficoltà che ha riscontrato è indossare
per tutte le ore lavorative la mascherina e per lui che pratica un lavoro molto faticoso
lo rende ancora più difficile e stancante.
Ilaria Parolisi di 25 anni, bus monitor per la scuola americana
La pandemia ha modificato il suo lavoro, perchè ha molta paura del continuo contatto
con le persone, visto che si trova in un ambito non molto aperto e quindi il rischio di
un avvicinamento c'è sempre. Inoltre, con questa pandemia ha riscontrato un problema
riguardo l'indossare la mascherina per molto tempo.
Sonia Parolisi di 30 anni, operatrice call center
La pandemia ha modificato il suo lavoro. I primi 15 giorni di inizio pandemia non
avendo i mezzi adatti al loro lavoro e non avendo avuto la possibilità di attrezzarsi
prima, il metodo lavorativo che hanno dovuto utilizzare per cercare di mandare avanti
il loro lavoro ha portato ad uno stress maggiore sia fisico che mentale.
Sara Parolisi di 34 anni
La pandemia ha modificato il suo impegno quotidiano, perchè a causa della quarantena
e delle diverse restrizioni che abbiamo avuto, essa l'ha privata della sua libertà, non
potendo uscire e cambiando le sue abitudini giornaliere e la normalità dei suoi giorni.
Salvatore Parolisi di 40 anni, operaio di una fabbrica di scarpe
La pandemia ha modificato il suo lavoro in modo temporaneo, perchè a causa del
covid-19 il suo lavoro è stato interrotto non permettendo di far continuare la loro
attività lavorativa.
SIMONA PICONE
Teresa Esposito, 48 anni, casalinga
“La pandemia non ha cambiato molto il mio stile di vita, svolgo le stesse faccende che
svolgevo prima del lockdown. Anche se, grazie ad esso, sto passando più tempo con la
mia famiglia. Prima vedevo poco la mia famiglia poiché lavoravano, ora li vedo spesso
e ne sono felice”
Luigi Pio di Santo, 13 anni, studente
Ha riscontrato dei cambiamenti negativi per quanto riguarda la didattica. A causa della
pandemia e della DAD, ha perso la concentrazione (poiché non riesce a concentrarsi
davanti ad uno schermo) e non riesce più a studiare facilmente come prima.
Armando Molitierno, 19 anni, barbiere
Dice che a causa del lockdown non ha potuto godersi la fine della sua adolescenza con
i suoi amici ed è molto dispiaciuto. Quindi, rimanendo a casa, ha iniziato ad allenarsi
a casa con suo fratello più piccolo, così si sentirà meglio con sé stesso. Inoltre, ha
potuto giocare alla playstation frequentemente (cosa che non poteva fare prima perché
lavorava).
Nicolina di Santo, 43 anni, maestra
Quando ha saputo che le scuole dovessero chiudere e che si dovesse fare una didattica
che on aveva mai sperimentato, non sapeva come organizzarsi. Ora, nonostante tutto,
è riuscita ad insegnare al meglio la sua materia ai suoi alunni ed è fiera del lavoro che
ha svolto.
Francesco Pagliuca, 69 anni, pensionato
Il lockdown gli ha permesso di passare più tempo con i suoi nipoti e di aiutare sua
moglie nelle faccende di casa. Inoltre, si è preso cura del suo giardino e del suo orticello
con tutto il suo cuore.
MARIACHIARA PRAGLIOLA
Salvatore Galasso, 55 anni, responsabile qualità di una azienda statale
Dice che il Covid19 ha cambiato tanto il suo mondo e le sue abitudini: lavorare da casa,
lavorare in ufficio, un’alternanza pazzesca. Il non potersi confrontare con i colleghi ha
reso il suo lavoro una cosa quasi meccanica e ciò non lo rende soddisfatto.
Giovanni Russo, 30 anni, operaio specializzato in una fabbrica di componenti per
auto
Dice che il virus, per tanto tempo, lo ha tenuto fuori dall’azienda, e ciò ha avuto una
ricaduta anche sulla sua vita familiare. A casa pure la moglie in quanto il negozio in
cui lavora è al momento chiuso. Si augura che tutto passi in fretta, perché senza lavoro
si sente distrutto.
Carla Parolisi, 45 anni, ha un piccolo negozio di ortofrutta
Dice che è un periodo pesante, per la sua vita, e quella della sua famiglia, Il virus
praticamente l’ha messa in ginocchio. L’incertezza di aprire il negozio, ed i mancati
introiti, hanno acuito una situazione finanziaria già disastrosa. Per fortuna ha il marito
che svolge piccoli lavori saltuari.
Michele Sagliocco, 30 anni, giovane avvocato
Dice che la sua vita lavorativa è totalmente cambiata. Non incontra più i clienti allo
studio. Il coronavirus ha spazzato via tutto. Con i tribunali fermi i clienti che
aspettavano di avere un minimo di giustizia, per una sentenza per riconoscimento di
invalidità, un risarcimento di un incidente stradale, un reintegro nel proprio lavoro sono
delusi e preoccupati. Ed egli non può fare niente di più per andare incontro alle loro
aspettative.
Michele D’Ambrosio, 38 anni, dipendente comunale
Dice che certamente il virus ha cambiato la sua vita. Prima, andare in ufficio, per lui
era una gioia. Essendo alquanto giovane e motivato, accogliere il pubblico ed aiutarli
a disbrigare le loro pratiche, dare risposte ai loro problemi, per lui era motivo di
fierezza.
MARIA PIA RONGA
Fabiana, una giovane lavoratrice di 18 anni impiegata in un centro estetico
Espone una variazione per quanto riguarda le normative per l'utilizzo dei mezzi
pubblici.
Piera, studentessa universitaria di 20 anni
Ha detto di riscontrare lo stesso problema.
Rosa, una madre di 50 anni
Dal momento in cui è stata introdotta la didattica a distanza ha trovato disagio poiché
le figlie occupano parte della casa.
Paolo, lavoratore 49 anni, del mondo dei trasporti
Non ha riscontrato differenze nel suo impegno quotidiano.
Tommaso, lavoratore di 50 anni del settore commercio
Concorda con Paolo non riscontrando cambiamenti.
EMILIA TANDA
Vincenzo Ciardiello, di anni 46, ingegnere informatico lavora presso Worldwide
di Napoli
Afferma che lavorare da casa è stato devastante soprattutto nei giorni in cui erano
presenti i figli di 3 e 8 anni.
Gennaro D'Alesio, di anni 46, ingegnere progettista presso Arezzo
Lavorare da casa non è stato per niente facile... da dimenticare.
Federico Tanda anni 53 docente di scuola secondaria di secondo grado
Afferma che lavorare da casa non ha creato alcun problema, è bastato organizzare bene
la didattica a distanza in fase iniziale.
Medico di base, Dottore Mottola di anni 65
Per prestare assistenza e cura ai propri pazienti è stato colpito da coronavirus.
Giovanna Costanzo di anni 77
Afferma che il coronavirus non le ha cambiato molto le abitudini quotidiane, ha solo
sentito la mancanza dell'affetto familiare, in particolare quello dei nipoti.
MARIANGELA TIROZZI
Rino Pagano,48 enne
La pandemia ha cambiato radicalmente il mio modo di lavorare e la mia quotidianità,
da commerciante ero abituato a spostarmi periodicamente in Cina, Giappone o Francia
per intrattenere rapporti commerciali soprattutto esponendo nelle fiere, con l’avvento
del covid e dei lockdown in particolar modo, è stato chiaramente necessario modificare
i rapporti di lavoro fortunatamente resi possibili grazie alla tecnologia attraverso
videoconferenze. Non potendo avere rapporti diretti con il cliente la conseguenza è
stata un inevitabile calo delle vendite, anche se dopo molta pratica con queste nuove
modalità si è riusciti ad andare avanti.
Adele Pagano,50enne
Da insegnante di educazione fisica posso dire che con l’inizio della pandemia la mia
quotidianità ma soprattutto il mio modo di lavorare e di relazionarmi con gli alunni è
cambiato notevolmente infatti, con l’utilizzo della didattica a distanza non mi è stato
possibile seguire gli studenti in modo pratico dovendo quindi lavorare solo sulla parte
teorica, tutta via penso che la dad abbia insegnato ai ragazzi che nonostante si viva un
momento di grande difficoltà che sembra non avere via d’uscita, c’è sempre una
soluzione a tutto.
Anche il rapporto con gli alunni è cambiato molto, perché hanno avuto bisogno
conforto e sostegno psicologico nell’affrontare questo momento.
Nunzia Russo,45enne
Come tutte le altre attività , anche le farmacie hanno dovuto adeguarsi alle disposizioni
di sicurezza anti covid , con l’acquisto di sanificatori, termoscanner, disinfettanti,
pannelli divisori in plexiglas e l’uso costante delle mascherine abbiamo dovuto
sostenere grandi spese e abbiamo cambiato molto il nostro modo di lavorare.
Nonostante ciò , fortunatamente, il mio settore diversamente da tanti altri non ha subito
perdite, anzi ha avuto un incremento notevole delle vendite dovuto alle esigenze
sanitarie e quindi una delle poche attività che durante il lockdown è potuta restare
aperta.
Diana Manco,52enne, maestra di danza
Credo che il mio settore, come quello di moltissime altre attività, sia stato uno dei più
penalizzati. Nonostante le precauzioni nel totale rispetto delle norme anti covid si è
potuto lavorare a scuola solo per un brevissimo periodo e con un numero di allievi
enormemente ridotto. Dal primo lockdown ad oggi la nostra scuola è rimasta chiusa,
nonostante ciò siamo ugualmente riusciti ad attrezzarci con le piattaforme digitali ma
purtroppo il lavoro a distanza ha svogliato molti allievi tanto da rinunciare all’attività.
Questo non ha fatto altro che causare una grande perdita economica che non riguarda
solo le entrate ma soprattutto le spese fisse da sostenere.
Brunella Pagano,14enne
La vita quotidiana di noi ragazzi in questo periodo è stata inevitabilmente stravolta,
con la didattica a distanza abbiamo dovuto cambiare radicalmente il nostro modo di
relazionarci con i compagni, con i professori , ma soprattutto è cambiato il nostro
modo di studiare. Nonostante ciò la scuola si è saputa organizzare con successo,
garantendo a tutti noi studenti il diritto allo studio. Sicuramente la D.A.D. non è la
stessa cosa di quella in presenza, ma credo che fino a che tutta questa situazione non
cambierà , la cosa migliore sia sacrificarci per un po’. Anche la vita sociale è molto
cambiata, infatti abbiamo dovuto rinunciare alle uscite di sabato sera e agli incontri con
gli amici, ma soprattutto abbiamo rinunciato al non potersi abbracciare e confortare.
FEDERICA VALASTRO
Giovanni Chirico, 43 anni, insegante
Con questa emergenza covid sto lavorando molto di più..
c’è bisogno di più organizzazione e attenzione rispetto a quando insegno in classe
Silvana, 38 anni, avvocato
Il covid ha cambiato radicalmente il mio lavoro, in quanto non mi è più possibile fare
udienze in presenza, ricevere i miei clienti regolarmente e lavoro molto di più in casa.
Nando Valastro,38 anni, agente di commercio
Il mio approccio al lavoro durante la pandemia è molto cambiato, in quanto i nuovi
metodi di lavoro applicati dalla mia azienda, prediligono un mix tra smartworking e
lavoro in presenza che a sua volta ha delle regole molto diverse.
Antonio Palmieri, 41 anni, impiegato in una fabbrica
La pandemia non ha modificato tanto il mio lavoro perchè nel mio settore raramente ci
sono attività da fare in gruppo.
Sabina Conte, 40 anni, lavoro nella gestione di un'attività farmaceutica
otto alcuni aspetti la situazione è anche più organizzata rispetto a prima perché con le
nuove regole anti-covid il negozio è meno affollato quindi c’è più tranquillità
nonostante le regole da attuare.
MARTINA VITOLO
Giorgio Rossi fioraio di 23enne
A Napoli non riesce a mantenere la famiglia a causa del poco guadagno e dei pochi
clienti.
Eugenio Vitolo, 46enne, gestore di centri estetici a Roma
Sta riaprendo i suoi centri, non ha perso clienti ma ne ha guadagnati molti di più .
Rosanna Sabatini, 40enne, professoressa di educazione fisica a Termoli
È stanca, la pandemia ha stravolto la sua vita e il suo lavoro perché è faticoso stare in
Dad, gli studenti non sono attenti come in classe e deve lavorare più del solito.
Raffaella Sabatini, 50enne, proprietaria di una scuola guida a Milano
Dice che la pandemia ha fatto diminuire i clienti e guadagnare molto meno non
permettendo di fare alcun esame.
Rossella Fiore ,vigilessa,30enne, a Napoli.
Afferma che è molto dura continuare a lavorare e vivere così ogni giorno perché le
persone non rispettano le regole.