Ok ad una riforma della giustizia dopo anni di ostruzionismo, ma il problema restano i giudici
l’Italia conta 391 avvocati ogni 100mila abitanti, quattro volte la Francia e due volta la Germania. IL numero dei giudici, invece, è tra i più bassi d’Europa: appena 11 su 100mila abitanti, meno della metà della Germania. In sintesi: la legge sono più quelli chiamati a interpretarla che quelli che la devono applicare.
Ci sono voluti i milioni di euro dell'Europa per il Piano nazionale di Riprese a Resilienza (che altrimenti non ci avrebbero dati) e tutta l'abilità e la concretezza di Draghi per un risultato storico: un primo passo in direzione della riforma della giustizia. Ovviamente non basta. Ma finora l'ostruzionismo, soprattutto della magistratura e dei partiti ad essa collegati maggiormente, avevano impedito qualsiasi cambiamento. Il punto nodale della crisi del nostro sistema giudiziario è concettualmente semplice: una giustizia lenta è sempre ingiusta. E la nostra giustizia è lenta. Velocizzare la giustizia significa stabilire tempi certi entro cui i processi devono concludersi (con la prescrizione). Ma ovviamente un uso eccessivo della prescrizione avrebbe l'effetto di un colpo di spugna per chi ha commesso reati. Quindi il problema è bilanciare l'esigenza di un processo rapido, con quella di un sistema giudiziario che non faccia sconti a nessuno. Ma come fare a velocizzare i processi dopo aver stabilito dei tempi certi e umani per la prescrizione (un cittadino ha il diritto di non attendere all'infinito una sentenza che stabilisca se è colpevole o innocente)? La risposta è una sola: avere più giudici e più cancellieri e personale amministrativo. Ma se per il resto del personale giudiziario non c'è problema a fare concorsi, per immettere più magistrati nel sistema giudiziario sembra che qualche problemino c'è. Un problemino risolvibile facilmente se i "politici" lo volessero. Ma dovrebbero riformare in primo luogo l'accesso alla magistratura consentendo a tanti bravi giovani ora esclusi di dare un contributo importante alla giustizia. In poche parole per accedere alla magistratura dovrebbe essere fondamentale, oltre alla competenza professionale, l'assoluto distacco da qualsiasi parte politica. I nuovi magistrati, entrando a far parte del potere giudiziario (costituzionalmente distinto da quello legislativo e amministrativo) dovrebbero perdere anche l'elettorato passivo. Ossia non potrebbero essere candidati a cariche politiche, mai, nemmeno in pensione. Con 50 giudici anzichè 11 ogni 100 mila abitanti si potrebbe evitare che i processi inizino alle 9,30 e finiscano alle 14 (come ora). Si potrebbero fare processi dalle 9 del mattino alle 21 di sera. Ovviamente alternando magistrati e personale e dando una spinta alla giustizia tartaruga. E magari riducendo al minimo quell'assurdo civile che si chiama "custodia cautelare". Un istituto il cui abuso fa in modo che il 70 per cento delle persone in carcere non hanno ancora ricevuto una condanna definitiva.