
Palermo come Venezia: la 'bomba d'acqua' assolve tutti
Ieri un inteso temporale, durato circa due ore, ha allagato una quartiere di Palermo e in particolare un sottopasso automobilistico. Si sono vissuti momenti di terrore con automobilisti intrappolati nelle auto, costretti a nuotare tra acqua e fango per salvarsi. Centinaia di vetture sommerse in un metro e mezzo di melma. Per fortuna la notizia di due morti annegati nel sottopasso è risultata infondata. Alla fine tensione alle stelle, tantissimi danni, ma nessun morto. A sentire le cronache di oggi si apprende che l'evento metereologico era "imprevisto e imprevedibile" e tutto è dipeso da una "bomba d'acqua", espressione che ormai anche nel lessico politico-amministrativo è di moda per scaricarsi di responsabilità. Ma guardando le immagini si comprende che prendersela con la "bomba d'acqua" è per lo meno riduttivo. Quel sottopasso avrebbe dovuto avere, proprio perchè collocato alla fine di un tratto di terreno degradante, dei canali di scolo e delle "vie di fuga" per l'acqua che, evidentemente non sono state realizzate. Inoltre è logico supporre che fogne e caditoie erano completamente intasate, se l'acqua scorreva veloce su un letto di cemento e asfalto senza essere in alcun modo convogliata altrove. Se date, inoltre uno sguardo su google con le parole di ricerca "bomba d'acqua", vi escono decine di allagamenti in altrettante città italiane. A questo punto mi viene da pensare a quei sindaci che, sulla scorta di un'"allerta gialla" della protezione civile, chiudono le scuole. E alle tante App, ritenute infallibili, che consultiamo ogni momento per sapere non solo se piove o no, ma anche l'umidità, i raggi ultravioletti, la velocità del vento, la concentrazione di polline nell'aria. Fatto questo ci sentiamo assolutamente al sicuro e nessuno controlla, evidentemente, se le opere pubbliche sono compatibili con i più banalii eventi metereologici. Già perchè non parliamo di un terremoto, ma di un acquazzone che, in altre zone di Palermo non ha provocato un bel niente e solo in quel sottopasso poteva fare una strage. Il punto è che, quanto più avanzano le norme e le disposizioni di prevenzione, tanto più le pubbliche amministrazioni le osservano in maniera formale e non sostanziale. Le carte "stanno a posto", il buon senso latita ed è tutta colpa della "bomba d'acqua".
Guardate il video per sapere cosa è accaduto a Palermo