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Pane e tamponi, la fila di Natale e la lezione del virus

Ci sono due immagini che la vigilia di questo Natale mi fanno riflettere. Due istantanee che esprimono immediatamente la nostra attuale condizione, in bilico su una tremenda contraddizione. La voglia di stare insieme, espressa dalle persone in fila all'esterno dei panifici per acquistare il pane necessario al cenone. La necessità di stare bene e superare nel migliore dei modi anche questa ondata Omicron. Il futuro si gioca tutto sulla nostra capacità di mantenerci in equilibrio tra queste due esigenze. Possiamo farlo e dobbiamo farlo adeguando, ancora una volta, i nostri comportamenti alla situazione attuale. Il resto, ossia, i divieti, i controlli, i green pass, le proteste, i miliardi di milioni di parole spese sui social per criticare e ingiuriare, non servono a nulla. La lezione del virus mi ricorda tanto La Livella di Totò. All'improvviso si è scatenato (o hanno scatenato) un qualcosa che ha mietuto vittime e distribuito sofferenza nel mondo, e continua a farlo. La lezione è che siamo tutti uguali e, in questo caso, tutti ugualmente fragili e bersaglio delle avversità della vita. Questa consapevolezza avrebbe dovuto produrre l'unico vaccino in grado di sconfiggere il Covid: la solidarietà. Non è così, sono ancora tanti e troppi i comporamenti (invididuali e collettivi) di chi pensa di "far fesso" il virus salvando se stesso e buttando a mare gli altri. Chi fa i green pass falsi, chi sapendo di essere positivo va in giro, l'infermiera di Palermo che prende 400 euro per iniettare il vaccino nell'ovatta e fornire una vaccinazione inesistente. O, semplicemente, chi continua a non vaccinarsi pensando che tanto lo fanno altri e io non rischio. Pane e tamponi, tutti ugualmente in fila. Questo nemmeno Totò avrebbe potuto prevederlo.
BUON NATALE A TUTTI.