
Stati generali e confusione totale
Gli Stati Generali attualmente in corso non produrranno nulla di diverso rispetto a quanto il Governo ha già deciso o deciderà. Si dirà, ma la partecipazione democratica. La democrazia funziona quando c'è un tempo certo per discutere e uno immediatamente successivo per agire. Quella in corso è invece una discussione che non prevede azioni perché alla fine lascia in sospeso la domanda: chi fa cosa, in quali tempi e con quali soldi? Del resto quando uno non trova nemmeno un titolo originale alla propria iniziativa (a seguire la definizione di Stati Generali) vuol dire che ha ben poco da dire e soprattutto da fare. Il dramma è che tempo da perdere non ne abbiamo e quindi la scelta della modalità di azione del Governo (una settimana di chiacchiere) non è cosa da poco. A me vengono in mente certi convegni organizzati da partiti e associazioni di parte qualche tempo fa organizzati solo per far girare un po di soldi. I promotori non si sforzavano nemmeno di trovare un titolo. Scelto l'argomento generico lo si legava a due frasi fatte: "dove va..." oppure "quale futuro per...". Così venivano organizzati decine di convegni dal titolo : "Dove va il lavoro" oppure "Quale futuro per il lavoro", "Dove va la mucca carolina" o "Quale futuro per la mucca carolina". Se c"erano questi titoli si era certi di una cosa: erano una perdita di tempo. Sugli Stati Generali a me è venuto questa associazione di idee. Potevano anche chiamarsi: "Quale futuro per l'economia" o "Dove va l'economia". LA DEFINIZIONE Con Stati generali si indica un organo di rappresentanza dei tre ceti sociali esistenti nello Stato francese prima della Rivoluzione francese del 1789 (États généraux). L'assemblea, di origine feudale, disponeva della funzione di limitare il potere monarchico. Gli Stati Generali si riunivano quando incombevano sul paese pericoli imminenti.