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Un ritorno a scuola che più caos non si può

In queste ore si sta verificando sul rientro a scuola un qualcosa che era del tutto prevedibile. Genitori e docenti sono divisi tra chi vuole che si torni a scuola e chi ha paura per se stesso e per i propri figli. La paura, sia ben chiaro, è legittima. Non stiamo parlando di un rischio raffreddore. E' ovvio che,  per quanto i presidi possono attivare distanziamento e mascherine (perchè poi gratta gratta solo questo si può fare), stare sei sette ore al giorno nello stesso ambiente chiuso accresce il rischio di contagio. Quindi sta accadendo che le scuole stanno consegnando moduli per autocertificazione con cui i genitori, (ma anche i docenti e non docenti per quanto riguarda il loro rientro al lavoro), possono scegliere di non far tornare in classe i figli. Ciò per tutta una serie di motivi che non sono necessariamente connessi a ragioni di salute. In pratica attualmente in classe una parte di studenti ci torna e una parte no, una parte di docenti si e un'altra no e lo stesso vale per gli operatori scolastici non docenti. In poche parole un caos totale.
Ora, facciamo un piccolo ragionamento: siamo a febbraio ossia mancano poco più di quattro mesi alla chiusura di un anno scolastico praticamente fatto tutto in Dad. E inoltre, tra stop and go, comunque la vaccinazione va avanti. Non sarebbe stato più logico continuare in Dad il tempo necessario a vaccinare tutti gli operatori scolastici e magari (sarebbero pronti anche vaccini praticabili al di sotto dei 16 anni) anche gli studenti? Forse si o forse no. Ma al momento nessuno che può decidere si è concentrato sul problema. No, perchè l'intera classe politica è preoccupata solo alle salite e discese dal Colle, ai ministeri da dividere, alle elezioni anticipate o ad altre cosette che non hanno nulla a che vedere con i problemi reali del Paese.