
Virus, vaccino, chiusure: ora è la maggiore o minore paura che domina i comportamenti
Siamo ad una svolta (non è detto che sia positiva) nel secondo anno avanzato di pandemia. Aumentando la confusione aumentano anche i comportamenti dettati dalla minore o maggiore paura. Chi ha più paura del virus di quanto non ne abbia del vaccino, si fa Astrazeneca. Chi teme più gli effetti "avversi" di Astra preferisce rischiare di beccarsi il virus e rinuncia. Ma, siccome sui rischi nessuno fa chiarezza e non c'è nessuna certezza, il comportamento varia da persona a persona (rifiuto o accettazione) ed è fondato sulla suggestione. Perchè le chiacchiere che si fanno sui social non hanno alcun fondamento non solo scientifico ma nemmeno di ragionevolezza. Questa situazione mi ricorda il comportamento di don Abbondio nei Promessi Sposi: obbediva sempre alla maggiore paura. E, mutando l'intensità delle paure, aveva un comportamento assolutamente altalenante. Questo scenario sta interessando anche altri aspetti. Ad esempio sono sempre di più i commercianti che, esasperati, hanno deciso di aprire e vendere sotto banco. La paura della multa è minore di quella di chiudere definitivamente bottega. E lo stesso vale per le persone che, ormai, considerano il rosso non più come un "divieto assoluto" ma come un segnale scolorito dal tempo. Da tutti questi elementi mi sembra evidente una cosa. Chiusure e controlli vanno organizzati e dosati diversamente. Altrimenti sarà il caos completo.